Con il grido sopra riportato, Berlusconi ha definitivamente confermato che non vuole più l’UdC come alleato, a meno che non si tratti di una mossa tattica.
Per coerenza, non si capisce come il partito di Casini possa essere stato accolto nell’alleanza di governo siciliana, un errore clamoroso, e come ancora oggi la parte del PdL che fa riferimento a Schifani continui a sostenere che il partito di Cuffaro debba ritornare all’interno della maggioranza siciliana.
Ciò che vale a Roma deve valere a Palermo. Senza questa coerenza gli elettori rimangono disorientati, perché non possono capire le alchimie di stampo democristiano, che dal 1980 in poi hanno rovinato l’Italia, con il concorso del Psi di Craxi.
Berlusconi dice che l’UdC è l’Unione delle clientele. Lasciamo a lui la responsabilità della definizione, ma un dato è obiettivo. In 17 anni che il leader siciliano Totò Cuffaro è stato al Governo (cinque come assessore all’Agricoltura del centrosinistra, cinque come assessore allo stesso ramo del centrodestra, sette come presidente della Regione) la Sicilia non ha fatto nessun passo avanti nei parametri fondamentali.
Un lungo elenco non esaustivo che vede la Sicilia bloccata al cinque per cento del Pil nazionale, contro il 21 per cento della Lombardia, rapporto esattamente uguale a quello del 1970: quarant’anni passati invano.
Il nuovo Governo, presieduto da Raffaele Lombardo, ha il difficile compito di ribaltare questa calma piatta e inserire elementi di forte dinamismo strutturale e ordinario. In altri termini, è necessario che venga smantellato il sistema burocratico fondato su immobilismo, clientelismo e corruzione, e sostituito con processi a capo dei quali vadano i migliori dirigenti regionali che possiedano alto tasso di professionalità.
In questa decisiva azione è giusto che i 12 assessori remino nella stessa direzione e che la maggioranza, anche se ridotta rispetto a quella attuale, voti compatta i provvedimenti legislativi su cui tale azione deve correre.
È opportuno che con somma urgenza il presidente Berlusconi inviti Lombardo, Schifani, Alfano, Micciché, Castiglione e Nania, e indichi con decisione la rotta sulla quale il Governo siciliano deve andare, se conforme all’interesse della Sicilia.
Il Partito democratico, dal suo canto, elabori e porti all’opinione pubblica un suo programma per la Sicilia, da comunicare in una serie di convegni ed eventi, oggi per il momento in cui vi saranno le future elezioni regionali, affidandole a un leader che dovrà lavorare duramente per i prossimi quattro anni.