Spese pazze della Regione: dal QdS al Giornale e al Tg1

PALERMO – Come i nostri lettori sanno, il Quotidiano di Sicilia da trentun’anni è attento agli sprechi della pubblica amministrazione, li porta alla luce con le inchieste e suggerisce agli amministratori e ai politici cosa fare per ridurre la spesa cattiva (quella corrente) e aumentare quella per investimenti. Così, anche l’inchiesta ideata qui in redazione e pubblicata il 6 gennaio scorso sul QdS dal titolo “Negli uffici della Regione niente tagli anzi spese sempre più dissennate” a firma di Massimo Mobilia.
Dimostravamo come la Presidenza della Regione, l’assessorato Salute e l’assessorato Funzione pubblica, secondo quanto pubblicato per obbligo di legge sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana (n. 54 del 10 dicembre 2010) avessero completamente ignorato le normative che dal 2008 ad oggi puntano a ridurre la spesa pubblica inutile, quella per beni di consumo negli uffici. Non si poteva dire altrimenti per 620 euro spesi dal presidente Lombardo per solo due lampade da tavolo o 8 mila euro per il tavolo delle riunioni, 14 mila euro per la stampa di opuscoli e segna libri, 24 mila euro per attrezzare la parete di uno studio.
Per non dire poi delle spese in stampe e pubblicazioni, nonostante la direttiva dello stesso Lombardo del 6 marzo 2009 e la circolare Tremonti del novembre 2008 sulla necessità di sfruttare al massimo l’informatizzazione e ridurre le spese per spedizioni postali e tutto il materiale accessorio alle stampe. Sbalordisce infatti leggere la spesa di 56 mila euro per acquistare toner di stampanti in nove mesi, da marzo a settembre 2010, all’assessorato Salute.
L’inchiesta del QdS ha avuto un rimbalzo nazionale, essendo stata ripresa interamente da Il Giornale di lunedì 10 gennaio. E poi ancora giovedì 13 gennaio, nel Tg 1 delle 20.
Il fatto è che mentre Il Giornale diretto da Alessandro  Sallusti ha citato la fonte da cui aveva tratto i dati sulle spese della Regione siciliana, cioè dall’inchiesta del Quotidiano di Sicilia, i colleghi del Tg 1 di Minzolini non hanno fatto lo stesso. Peccato perché il servizio del telegiornale della Rai parlava di una Sicilia che lavora a fronte degli sprechi della Regione. Ebbene, in quella Sicilia che lavora ci siamo pure noi. Solo che crediamo nelle nostre inchieste per il loro ruolo di informare l’opinione pubblica e anche di aprire gli occhi ai governanti, perché pongano un freno agli sprechi da loro stessi compiuti o avallati. E non per sferrare attacchi contro la parte politica avversa del momento, com’è nello stile di alcuni organi di infomazione.