CATANIA – La terza sezione del Tar di Catania ha confermato il decreto cautelare d’urgenza firmato dal presidente facente funzioni, Gabriella Guzzardi, il 28 dicembre scorso, sospendendo l’efficacia del decreto con cui il 5 luglio scorso i ministeri delle Infrastrutture-Trasporti, dell’Economia e l’Anas avevano disposto la decadenza della concessione tra Anas e Consorzio per le autostrade siciliane stipulata nel 2000.
La gestione delle autostrade Palermo-Messina, Messina-Catania e Siracusa-Gela (attualmente in esercizio fino a Rosolini) rimane pertanto sotto il controllo del Cas.
Era stato il Consorzio, con l’intervento ad adiuvandum della Regione siciliana, a presentare ricorso al decreto interministeriale che per circa un mese ha assegnato all’Anas la proprietà e l’ordinaria amministrazione delle autostrade.
Nell’ordinanza, il Tar di Catania “dà mandato alla segreteria di trasmettere immediatamente il fascicolo al presidente del Tar per la Sicilia con sede a Palermo per le valutazioni di competenza sull’eccezione sollevata dall’Avvocatura dello Stato”. Ciò significa che i giudici amministrativi di Catania non sono entrati nel merito della questione, cosa a cui è chiamato ora il Tar Sicilia, mentre l’Anas ha già annunciato, tramite il proprio ufficio stampa, di non volere presentare ricorso alla sospensiva davanti al Cga, attendendo le decisioni di merito del Tar Sicilia.
In sintesi: sul contenzioso amministrativo tra Cas e Anas per la gestione di parte delle autostrade siciliane siamo ancora al primo livello di sospensione degli effetti del decreto che aveva sottratto il contro al Consorzio per le autostrade siciliane.
Preso evidentemente dall’entusiasmo, giovedì sera il presidente della Regione ha dato una propria, affrettata versione alle agenzie, che hanno battuto: “Tar Catania annulla decreto ministri su autostrade”. Falso. Preso l’abbaglio, di conseguenza, Lombardo ha commentato: “Dobbiamo rivolgerci ai giudici per vedere riconosciuti i nostri diritti”. Per questo dovrà ancora attendere fiducioso.
Il Governatore ha poi affermato che lunedì affronterà con il ministro Altero Matteoli che sarà in Sicilia, il tema della gestione delle autostrade dopo la sentenza del Tar. “Penso che la soluzione sia quella di una società mista tra Anas e Regione siciliana per aumentare l’efficienza e ridurre gli sprechi”. Difficile che Matteoli possa dargli retta, almeno in questo momento, visto che la controversia è ancora agli inizi e si attende il (primo) giudizio di merito.
Più corretta, ma fin troppo intrisa di ottimismo la dichiarazione dell’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti, Pier Carmelo Russo: “Il pronunciamento del Tar di Catania che, perfino in sede cautelare collegiale, individua come corretto l’operato della Regione siciliana intervenuta per sostituire un Consiglio di amministrazione inefficace ed inefficiente, non può che essere motivo di soddisfazione. Alla luce di ciò appare chiaro che – aggiunge Russo – l’Anas ed i ministeri non dovevano e non potevano procedere alla revoca di questa concesconcessione. Revoca che, va detto per inciso, non è avvenuta quando quello stesso Cda era in carica. Pur non di meno non è più tempo di polemiche, piuttosto deve essere il momento della responsabilità. La situazione viaria della Sicilia impone, infatti, a tutti gli attori di questa vicenda, di abbandonare il contenzioso per sedersi al tavolo della discussione e individuare percorsi e soluzioni che consentano il riavvio dell’ opera di infrastrutturazione della Sicilia. Una attività che rappresenterebbe anche un importante contributo alle politiche occupazionali nell’Isola. Una proposta – ha concluso Russo – quella che oggi torniamo a ribadire, che il presidente della Regione, con senso di responsabilità, aveva avanzato insieme al sottoscritto il 21 dicembre scorso con la nota 11611, prima ancora che il Tar di Catania scrivesse alcunché”.
Magari, certo, incominciando a far funzionare il Cas, che negli ultimi anni ha incassato qualcosa come 473 rilievi di non conformità alla convenzione da parte degli ispettori dell’Anas.