PALERMO – Quanti dubbi attorno alla formazione professionale siciliana per il 2011. Anzitutto sui fondi: l’attuale stanziamento del governo regionale non copre l’intero anno formativo.
E poi sul funzionamento del Durc, il documento di regolarità contributiva: sapranno gli enti di formazione mettersi perfettamente in regola per potere ottenere il Durc ed i relativi finanziamenti del governo siciliano? Ma ultimo e non meno importante interrogativo: l’auspicata riforma, con l’introduzione di regole più stringenti per i finanziamenti a percorsi formativi aderenti al mercato del lavoro, diventerà realtà? A ben vedere ciò che si è fatto sino ad oggi, e la lentezza con la quale la Regione è riuscita in parte ad imporre le proprie direttive, pare che il 2011 sia destinato ad essere un anno di transizione. Anche perché resta in alto mare il cosiddetto “patto di concertazione” che si dovrebbe firmare tra il governo regionale e le sigle sindacali.
Proprio queste ultime chiedono che a tutti questi interrogativi sia posto un punto esclamativo. Claudio Barone, segretario generale della Uil Sicilia, e Giuseppe Raimondi, della Uil Scuola, non sono molto ottimisti dopo la prima mobilitazione degli enti di formazione: “I lavoratori hanno bisogno di risposte concrete e non di promesse vuote e poco credibili. Per questo la mobilitazione continuerà fino a quando non avremo la garanzia degli stipendi per chi lavora nel settore. Vogliamo anche capire se questo governo ha intenzione di attuare la riforma concordata con il sindacato o se preferisce invece continuare con la vecchia logica di favorire nuovi enti di formazione e di privilegiare quelli meno affidabili sul piano gestionale. La Uil ritiene importante proseguire con la mobilitazione. Se non ci saranno risposte concrete diverrà estremamente difficile firmare un patto di concertazione con il governo regionale. Diciamo basta a quei pezzi di carta che esprimono sole buone intenzioni, mentre le azione del governo vanno nella direzione esattamente opposta”.
In primo luogo non convincono le assicurazioni del Governo circa la copertura del Prof 2011. Soli 120 milioni a fronte di un fabbisogno di almeno 260 milioni è ritenuta una mossa assolutamente azzardata per un settore che di per sé già oggi vive alla giornata.
“Contiamo di reperire 80 milioni in fase di assestamento di bilancio arrivando così a quota 200 milioni – dice il capo di gabinetto dell’assessorato regionale dell’Istruzione, Nino Emanuele – e reperire i restanti 60 milioni predisponendo bandi finanziati dal fondo sociale europeo (Fse) e non gravare sul bilancio della Regione”. Problemi anche per i fondi del 2010. Per coprire la spesa mancano 30 milioni, “un buco – assicura Emanuele – che copriremo senza gravare sul bilancio regionale. Contiamo di reperire queste risorse, infatti, attraverso economie pregesse degli anni precedenti”.
L’assessore alla Formazione professionale, Mario Centorrino, dice di volere proseguire sicuro verso la strada già tracciata “improntata a ridare le giuste regole al settore”.
Smentisce dunque tutti, sindacati, enti di formazione e politica, che spesso hanno additato proprio il settore formativo come allo sbando. L’assessore anzi dice che si sta riuscendo a far quadrare tutto: “Ci sono enti che richiedono integrazioni per gli anni passati e grazie ai tavoli bilaterali stanno ricevendo la necessaria attenzione con uno scrupoloso controllo delle loro richieste. Ci sono enti che versano in situazioni di dissesto per gestioni non oculate delle quali questo assessorato non porta alcuna responsabilità. Ci sono enti che avendo presentato documentazioni incomplete sono penalizzati, ma sempre senza bisogno di invocare caos e disordine, dal ritardo dell’autorizzazione ad avviare corsi. è bene chiarire che dalla data del mio insediamento è stato rinnovato il blocco delle assunzioni, nessun nuovo ente è stato accreditato né tantomeno finanziato”.
L’approfondimento. Sindacati scontenti primo incontro durato 20 minuti
La prima riunione del tavolo di concertazione sul settore della formazione professionale si è tenuta martedì nella sede dell’assessorato regionale alla Formazione.
Oltre all’assessore vi hanno preso parte il capo di gabinetto, i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Forma Sicilia, Cenfop Sicilia, Confindustria, Confesercenti, Confartigianato e delle associazioni datoriali.
è stata evidenziata la necessità di definire un accordo quadro alla luce di un più generale riordino amministrativo e al contenimento dei costi, con particolare riferimento alla tutela del personale.
Ma l’incontro è durato solo venti minuti: “Neppure il tempo di un saluto, e stop”, dicono dalla Cisl, protestando per “l’ennesima perdita di tempo”.
“Col governo regionale – dice Maurizio Bernava, segretario generale del sindacato – vogliamo fare accordi sindacali per un patto sociale, per politiche di sviluppo. E affinché la formazione professionale, nell’Isola, sia finalmente riorganizzata, riqualificata e orientata strategicamente al mercato. E invece l’assessore sfugge”.
Nei prossimi giorni sarà convocato un successivo incontro operativo.