La rinascita dell’economia regionale dal recupero dei piccoli borghi siciliani

PALERMO – La Sicilia è una delle regioni più ricche per quanto riguarda il patrimonio architettonico e culturale che detiene attraverso i suoi edifici d’epoca, ma non si è mai realizzata una politica che lo sfruttasse adeguatamente. La Confartigianato ha, così, promosso un convegno, intitolato “Rinascimento Siciliano”, venerdì 14 gennaio presso Villa Malfitano a Palermo.
La promozione del recupero del patrimonio edilizio permetterebbe il conseguimento di alcuni fondamentali vantaggi e lo sviluppo di un percorso storico-turistico veramente efficace.
 
La rivitalizzazione dei comuni siciliani interni alla regione attraverso la riqualificazione degli immobili storici impedirebbe lo spopolamento di queste aree, permettendo di conservare un territorio minacciato dal dissesto idrogeologico e dalla desertificazione. Il mondo artigiano ne beneficerebbe, giacché si conserverebbe la conoscenza di tecniche costruttive, consentendo la necessaria manutenzione degli immobili. I percorsi turistici creati fornirebbero, inoltre, un’occasione assai forte per la valorizzazione delle aree interessate, con notevoli ricadute sull’occupazione e sulla produzione di qualità di prodotti enogastronomici tipici.
 
Tuttavia, qualunque sforzo sarà vano se non si baderà a salvaguardare il patrimonio di costumi, di valori e di arte di cui i comuni sono ricchi e che costituiscono un elemento indispensabile da salvaguardare perché rappresentano la memoria storica delle popolazioni locali. Oggi, l’87% del territorio italiano è caratterizzato da centri con meno di 10 mila abitanti e 5 mila paesini delle dimensioni di un borgo o piccoli centri ospitano 22 milioni di persone. Inoltre, in questi contesti operano 180 mila piccole e medie imprese in particolare artigiane, dalle quali sono nati 8 mila prodotti tipici.
 In definitiva, quindi, la promozione di politiche turistiche nuove come l’albergo diffuso e lo sviluppo delle attività artigiane e commerciali dei prodotti tipici favorirebbe il recupero del patrimonio edilizio e paesaggistico oggi in condizioni precarie.
Il presidente regionale della Confartigianato siciliana, Filippo Ribisi, ha dichiarato: “il Rinascimento Siciliano nasce dalla convinzione che, intervenendo nel recupero e della valorizzazione del patrimonio architettonico dei borghi e dei centri storici, attraverso il coinvolgimento del mondo imprenditoriale nelle attività di riconversione e riqualificazioni, si possa contribuire a rilanciare l’economia e il livello occupazionale della regione”.
 

 
L’approfondimento. Dalla rinascita dei borghi nuove speranze per i giovani
 
Il presidente nazionale della Confartigianato, Giorgio Guarino, ha dichiarato: “Il Rinascimento siciliano è un grido fortissimo che arriva anche nel continente. Vorremmo che ci fosse un rinascimento di tutto il Paese e non vogliamo essere condannati a vivere in un Paese che non cresce. Vogliamo vivere in un Paese che dia speranze ai giovani, che dia speranza a chi vuole investire. Le proposte sono semplici e sempre le stesse, perché viviamo in un Paese straordinario ma complicatissimo, dove si dicono le cose e non si fanno. Per il solo fatto che si dicono, si pensa che avvengano, come la liberazione dei servizi, la diminuzione dei costi della burocrazia e della politica, si dicono ma non si fanno. Attendiamo notizie arrabbiati, perché gli sforzi che gli imprenditori fanno, non sono sostenuti dalla politica”. Il presidente della regione, Raffaele Lombardo, ha sostenuto: “Il mondo dell’artigianato, rappresentato dalla Confartigianato, dà una mano importantissima allo sviluppo della nostra terra. Perciò, merita il massimo dell’iniziativa amministrativa e legislativa da parte nostra”.