Palermo – Un’impennata dei nuovi poveri e le politiche sociali sono a secco

PALERMO – Un esercito di poveri in fila ad attendere un aiuto. È una città che si scopre sempre più povera quella che si affaccia nel nuovo anno. A Palermo i poveri nel 2010 sono aumentati del 10%, come rivela uno studio condotto dalla Caritas diocesana. I rilevatori del disagio che interessa la popolazione sono i centri di ascolto della Curia, dislocati in tutta la diocesi. È lì che si accalcano vecchi e nuovi poveri per ricevere un pasto caldo o una busta della spesa.
 
Le quattro mense attive nel capoluogo (la “Missione Speranza e Carità” di Biagio Conte, la “Mensa Diocesana”, gestita dalla cooperativa “La Panormitana”, la mensa del “Boccone del povero” della congregazione servi dei poveri, e la Missione San Francesco dei Frati Cappuccini della Caritas) sfornano mille pasti al giorno. A beneficiarne sono molti immigrati, il 60% degli utenti, ed un restante 40% di cittadini italiani. Non è raro scoprire tra questi chi – stretto nella morsa della crisi economica o vittima di un fallimento familiare – è piombato da una condizione di serenità economica ad uno stato di povertà e di abbandono.
 
Il direttore della Caritas Benedetto Genualdi, punta il dito contro lo scarso impegno delle amministrazioni locali nella lotta alla povertà, i consiglieri del Pd rinfacciano alla giunta Cammarata i drastici tagli alla spesa sociale, mentre l’assessore alle Attività sociali rimprovera agli inquilini di Sala delle Lapidi la mancata approvazione dell’assestamento di bilancio che avrebbe destinato 5,8 milioni di euro per le politiche sociali. Proprio la Missione fondata Biagio Conte, di recente, si è vista appioppare una cartella esattoriale per la Tarsu dell’importo di 60mila euro. Un salasso per questa realtà che vive di volontariato e di piccole e grandi donazioni. Nata nel 1991, oggi la Missione conta tre istituti, due maschili ed uno femminile, tutti nei pressi della Stazione centrale.
 
La “Cittadella del povero e della speranza” di via Decollati, in particolare, ospita sei dormitori, un ambulatorio medico, un dormitorio per ammalati, un magazzino vestiario e uno di viveri, 4 celle frigo, oltre a vari laboratori, e la più grande mensa del Mezzogiorno, capace di sfamare mille persone al giorno. Di recente, il Cardinale Romeo ha riconosciuto e dato una veste giuridica alla Missione, approvando gli statuti ed erigendola come associazione pubblica di fedeli.