Formazione nelle imprese, scarsa sensibilità e investimenti ridotti

PALERMO – Appena 14 milioni di euro per la formazione di micro e piccole imprese. Soldi che probabilmente non sarebbero sufficienti neanche per la sola Sicilia, immaginarsi per l’intero panorama nazionale. Intanto questa è la cifra prevista nell’accordo siglato nei giorni scorsi dalla Cna e dalle altre organizzazioni datoriali e del mondo del lavoro nell’ambito della campagna nazionale di formazione prevista dal decreto legislativo sulla sicurezza.
I soggetti beneficiari degli interventi formativi, che saranno varati dalle organizzazioni sindacali e dagli organismi paritetici, sono i datori di lavoro delle piccole, medie e microimprese, i lavoratori (compresi quelli stagionali) delle pmi e microimprese, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e i componenti degli organismi paritetici stessi.
Per la prima volta entreranno fra i soggetti beneficiari della formazione i lavoratori autonomi, i collaboratori delle imprese familiari e i piccoli imprenditori non artigiani. Dunque solo una piccola parte di questi 14 milioni arriverà in Sicilia. In pratica una goccia nel mare se si considera che Fondimpresa ha stimato che soltanto in Sicilia c’è un 20 per cento di piccole e medie imprese che non hanno finora realizzato investimenti in formazione. Vuol dire quindi che all’incirca almeno 80.000 aziende non sanno neanche cosa voglia dire formazione per garantire la sicurezza dei lavoratori e dell’impresa stessa. Una situazione davvero in controtendenza se si considera tra l’altro che sono in aumento gli incidenti sul lavoro in Sicilia. Il problema essenziale è proprio che le piccole imprese stanziano pochi fondi per arginare il fenomeno.
Secondo gli ultimissimi dati forniti dall’Inail gli infortuni e le morti sul lavoro registrano un preoccupante aumento. Risultanze che vengono confermate anche dal progetto Network Sicurezza, promosso con Fondimpresa e Obr Sicilia, Euroconsult e Burruano Partners, il quale ha evidenziato come Catania si è confermata la provincia siciliana maggiormente colpita nel numero di incidenti mortali (23), Messina e Ragusa 11 morti, Palermo 9, Trapani e Agrigento 7, Caltanissetta 4, Siracusa 3 ed Enna con un solo caso.
Il totale degli incidenti avvenuti nella provincia di Palermo sono 7.746 nella provincia di Palermo, 7.109 a Catania e 5.334 casi a Messina. Si levano proteste e si cercano soluzioni, affinché sui luoghi di lavoro si affermi come priorità la sicurezza, ma come denunciato da Antonio Leonardi, direttore responsabile del Servizio Tutela Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro della Regione Siciliana “gli ispettori in Sicilia sono insufficienti”.
Il nuovo Piano regionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro ha messo a disposizione 3.550.000 euro all’anno per tre anni per la vigilanza e la prevenzione. è questo un altro passo in avanti per mettere in atto il modello di prevenzione, disegnato dal decreto legislativo 81/2008, che ancora presenta aspetti problematici in relazione alla sua applicazione nella pubblica amministrazione, con particolare riguardo agli appalti.
 

 
L’approfondimento. A cosa serviranno i fondi stanziati
 
Gli obiettivi della campagna riguardano la sensibilizzazione e la promozione dei comportamenti sicuri nelle aziende. A essere finanziati sono i progetti sui settori e le mansioni ad alta incidenza di infortuni gravi e mortali e/o malattie professionali, e quelli che prevedono lavori in appalto e in ambienti confinati. Inoltre verranno sovvenzionati gli interventi riguardanti la valutazione dei rischi e la qualificazione dei formatori anche con l’obiettivo di far acquisire e migliorare le competenze relative alla gestione della formazione degli adulti in tema di salute e sicurezza sul lavoro. “è stata finanziata una delle priorità in materia di sicurezza sul lavoro, e cioè la formazione continua di tutti i soggetti coinvolti nelle attività produttive, anche di coloro che ne erano prima esclusi – commenta la Cna -. In ogni caso va sottolineato che le risorse previste sono assolutamente insufficienti visto che rappresentano una piccolissima percentuale dei fondi che le imprese versano come contributo assicurativo e di cui non usufruiscono assolutamente”. La stima dei tempi di attesa per l’erogazione effettiva dei finanziamenti è di circa un anno.