PALERMO – La Fondazione Res (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia), ha recentemente reso pubblica la nota semestrale di analisi della congiuntura e di previsioni per il 2011 nell’Isola.
A spiegare in maniera più approfondita i dati salienti del rapporto, abbiamo raccolto le delucidazioni di Pier Francesco Asso, coordinatore scientifico Res. “Dallo studio emerge che ci sono segnali di ripresa piuttosto interessanti nell’economia siciliana, anche se non ancora consolidati. Possiamo dire che la grande frana si è fermata e, anche se non siamo ancora usciti completamente dal tunnel, si vede già la luce. Ad arginare il crollo è stata soprattutto la buona tenuta, anzi la decisa ripresa, delle esportazioni nel 2010 delle imprese siciliane. Dunque la componente esterna della nostra economia sta crescendo. I settori che invece ancora fanno registrare notevoli criticità sono quelli delle costruzioni e dei consumi interni, perché sicuramente il mercato del lavoro è tuttora molto asfittico ed ha risentito pesantemente della crisi”.
“Anche i consumi pubblici – continua Asso – sono in difficoltà poiché risentono della situazione della finanza pubblica e, inoltre, per quanto concerne le attività produttive appare in sofferenza pure l’industria, mentre sono in risalita i risultati dell’agroalimentare. Ma, a preoccupare notevolmente è l’occupazione, sempre in condizioni allarmanti. Per poter ricominciare a far migliore l’occupazione, la crescita del reddito dovrà avvenire a ritmi più elevati rispetto a quelli, seppur incoraggianti, che abbiamo avuto durante lo scorso anno”.
Ma, allora, cosa bisogna fare?
“Bisogna crescere di più – risponde Asso – per poter finalmente avere un nuovo incremento dell’occupazione. Quindi questo è sicuramente in assoluto il dato più negativo della congiuntura, e quindi c’è bisogno, non solo di ricominciare ad esportare, ma anche di investire per poter dire in conclusione che la crisi è stata definitivamente scongiurata”.