Catania – Quell’isola ecologica di Nesima costruita e subito abbandonata

Vetri in frantumi, muri distrutti, porte divelte, addirittura la carcassa di una vespa sul tetto. Si presenta così l’isola ecologica di via Generale Ameglio, a Nesima, al confine tra la VII e VIII municipalità. Dei tre impianti realizzati in città (gli altri due a Picanello e in viale Tirreno),  il centro di raccolta di Nesima è stato quello che, negli ultimi anni, ha subito i maggiori danni e ora avrà bisogno di interventi più cospicui per essere ripristinato e, quindi, aperto.
“La nostra intenzione – ha spiega Claudio Torrisi, assessore comunale all’Ambiente –  è quella di aprirlo entro il mese di febbraio, contestualmente agli altri due anche se solo parzialmente e non al cento per cento”.
Proprio la prolungata chiusura – i centri sono stati realizzati nel 2007 dall’Ato Catania Ambiente con fondi comunitari per incrementare la percentuale di raccolta differenziata, ma rimasti a lungo serrati – e l’assenza di un custode o di un sistema di sorveglianza hanno però permesso ai vandali di rubare il rubabile e distruggere tutto il resto.
“Aspettiamo la perizia da parte delle Manutenzioni – ha aggiunto Torrisi – per quantificare i danni e a quel punto potrà avvenire il passaggio dall’Ato al Comune e, quindi, alla nuova ditta che gestirà il servizio di raccolta rifiuti, la Ipi–Oikos”. Risolti, infatti, i problemi dalla catastazione, degli allacci alle utenze, mancherebbero solo i lavori di ristrutturazione per vedere attivato il centro e il regolamento per la gestione delle tre isole.
“Una volta che il regolamento verrà approvato dal Consiglio comunale – ha aggiunto l’assessore – verrà firmata una convenzione con il centro di raccolta regionale Raee (Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) e le isole finalmente entreranno in funzione”.
Una speranza attesa da anni dai cittadini delle due municipalità coinvolte, che tanto avevano lottato per non vedere realizzata la struttura sotto le proprie case e che, una volta costruita, l’hanno vista  abbandonata e in preda ai vandali.
“Vorremmo che il centro partisse a breve – ha auspicato il presidente dell’VIII circoscrizione, Antonio Siscaro –  e che venissero attivati quanto prima i servizi promessi alla popolazione e il meccanismo di premialità che consentirà un risparmio quantificabile”.
Ci si domanda, però, chi sarà a pagare i danni causati durante la prolungata chiusura e di chi siano le effettive responsabilità.
“Non si capisce – ha tuonato Marcello Tringali, consigliere della VII municipalità – come può sorgere un impianto di questo tipo senza l’iscrizione al catasto, e come possano entrare in funzione strutture per cui manca ancora il regolamento”. Davvero una bella domanda.