PALERMO – Atteggiamento Proattivo o Conservativo? Come si pongono le imprese turistiche siciliane di fronte alla crisi endemica del Paese? A rispondere a questa domanda è stata un’indagine sulla percezione del fenomeno in Sicilia condotta dall’ Osservatorio Turistico della Regione.
Nonostante il clima mite e i fondali marini incantevoli, i paesaggi naturali delle isolette minori e i vulcani ancora attivi, neppure la perla del Mediterraneo si è salvata dalle ripercussioni economiche della crisi nazionale. È quanto emerso dai risultati della ricerca, il cui questionario ex ante è stato somministrato agli operatori turistici regionali ad un mese dall’inizio della manifestazione Buy Italy della BIT di Milano 2009 e ha posto l’accento sulla loro percezione dall’interno dell’impatto nel settore.
Il secondo questionario, ex post, ha indagato sulle ripercussioni della manifestazione, in termini di motivazione e impegno di miglioramento, degli stessi rispondenti.
I risultati raggiunti, che tuttavia mostrano trend positivi rispetto all’aumento di competitività percepito non sono altrettanto ottimisti sui segnali di ripresa dell’economia turistica, almeno nel breve termine. Se il 70% del campione, composto da 56 unità operative nel ramo, ha avvertito una competitività invariata o addirittura aumentata durante il corso dello scorso anno e un terzo ritiene che tale aumento proseguirà anche durante l’anno in corso, lascia invece riflettere la percentuale del 60% che non vede segnali di ripresa immediata e quella del 40% che pensa ad una perdita di attrattività da parte dell’Isola.
A beneficio di chiarimento sono da prendere in considerazione le criticità riscontrate nell’ultimo triennio da chi la Sicilia e le sue potenzialità le conosce bene davvero: gli stessi siciliani.
Un campione di popolazione, composto da 1.520 intervistati, e stratificato per classi di età, sesso, titolo di studi, ampiezza demografica del comune ed area di residenza, intervistato dall’Istituto Demopolis sulle abitudini di turismo interno, ha evidenziato la carenza di aspetti infrastrutturali, lo scarso sistema di trasporti pubblici interni e la inadeguatezza di alcuni servizi turistici. A dare spunti di azione alle imprese sono percentuali del 45% che definiscono troppo elevato il costo delle strutture ricettive o del 26% che reputa scarsa l’offerta di svago, divertimento e attrattiva offerto da “casa propria”.
La risposta a tali critiche non tarda però da parte delle aziende turistiche siciliane il cui 80% prevede investimenti in favore della crescita della propria azienda annunciando lo studio di nuove strategie di marketing, di ampliamento delle reti di partnership e di incremento della qualità.
Cattiva notizia, invece, sul versante prezzi, per il quale soltanto un 1,9% degli operatori prevede una riduzione. Ma il turista, si sa, sa scegliere e apprezzare la qualità! Una maggiore valorizzazione del territorio e dell’ambiente certamente non potrebbe che giovare alla “prima industria per fatturato” che non sembra voler cedere alla recessione e di cui l’atteggiamento proattivo del 70% degli intervistati ne è la prova concreta.