Catania – Ancora caos sugli accertamenti, il Comune si trova impreparato

CATANIA – Non firmare nulla, costituirsi in comitati di cittadini e fare ricorso per opporsi all’atteggiamento vessatorio dell’amministrazione comunale, in ordine agli avvisi di accertamento sulla Tarsu, in particolare quelli riferiti agli anni 2005 e 2004, prescritti dalla legge. Questa la linea decisa dall’Adoc, incentrata sulla considerazione che il legislatore ha chiaramente indicato in cinque anni il periodo entro il quale interviene la prescrizione, e comunicata nel corso delle conferenza stampa  di ieri mattina, dal presidente, Claudio Melchiorre, e dall’esperto in tributi locali, Salvo Spinella, a seguito delle notizie contraddittorie sui tributi e sulle richieste di pagamento inviate dal Comune di Catania.
“Abbiamo voluto prendere in considerazione – ha sottolineato Melchiorre – le ipotesi fatte dalle amministrazioni, ma non riusciamo proprio a condividere il loro punto di vista. Secondo l’evidenza noi siamo nel 2011, e se questo è un fatto, possiamo dire che i tributi dovuti risalgono al 2006 compreso. Quelli antecedenti sono prescritti”.
“Siamo convinti – ha aggiunto – che con un sistema di risoluzione delle controversie bilaterale gli introiti si velocizzerebbero e renderebbero molto più credibile un sistema di imposizione che continua a essere gestito cercando di massimizzare le richieste piegando ragione e legge a interpretazioni a nostro avviso evidentemente scorrette”.
Comuni e contribuenti, secondo l’Adoc, avrebbero lo stesso interesse, cioè quello di riscuotere le somme dovute.
“Ci interessa – ha concluso Melchiorre – ristabilire un principio di legalità e di regolarità degli introiti comunali . Qualsiasi confusione o richiesta illegittima tende invece a fare il gioco degli evasori totali e parziali che hanno capacità economica tale da poter fare ricorsi senza timore".
E illegittime sarebbero non solo le richieste per gli anni prescritti, che numerose stanno ricevendo i cittadini ignari, ma anche l’aumento di metratura degli immobili, senza che alcun impiegato comunale sia andato effettivamente a verificare l’ampiezza, basandosi solo sui dati catastali.
“Per quanto rigiuarda le misurazione e l’aumento delle dimensioni dei locali – ha spiegato Spinella – è chiaro che, innanzitutto va verificato se la contestazione delle dimensioni è corretta o meno; se non è corretta occorre andare al Comune di Catania, fare correggere e, in ogni caso, tener presente che questo non interrompe i termini per fare i ricorsi”. Fare ricorso in commissione tributaria è possibile, infatti, solo entro sessanta giorni.
Lungi dall’entrare nel merito, il Comune ha sempre affrontato la questione in modo generico, spiegando – per bocca dell’assessore al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, come alcuni errori evidenziati da associazioni e cittadini possano essere del tutto fisiologici.
“Secondo i dati in nostro possesso – ha detto recentemente il rappresentante della Giunta Stancanelli – alla data odierna, la percentuale di errore è inferiore all’1 per cento”.