Mucca pazza in Sicilia. “La carne è sicura”

PALERMO – “Se verrà confermato è solo un’eredità del lontano passato facilmente prevedibile, per i lunghi tempi di incubazione della malattia, che non ha nulla a che fare con il consumo della carne italiana, del tutto sicura grazie ad un rigido sistema di controlli introdotto con successo nel 2001 per far fronte all’emergenza Bse”. Lo afferma la Coldiretti in riferimento al caso probabile di variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob, meglio conosciuta come morbo della “mucca pazza”, che riguarda la morte di una casalinga di 58 anni deceduta sabato scorso a Castelvetrano in provincia di Trapani.
“La Bse è praticamente scomparsa da anni dagli allevamenti italiani per l’efficacia delle misure adottate per far fronte all’emergenza – sottolinea la Coldiretti – come il monitoraggio di tutti gli animali macellati sopra i 30 mesi, il divieto dell’uso delle farine animali nell’alimentazione del bestiame e l’eliminazione degli organi a rischio Bse dalla catena alimentare. Ma soprattutto – affermano – l’introduzione, a partire dal 2002, di un sistema obbligatorio di etichettatura che consente di conoscere l’origine della carne acquistata con riferimento agli stati di nascita, di ingrasso, di macellazione e di sezionamento, nonché un codice di identificazione che rappresenta una vera e propria carta d’identità del bestiame e consente di fare acquisti made in Italy”.
La malattia sembra tra l’altro ormai debellata tri i bovini. Secondo i sono i numeri forniti dalla Commissione Ue, infatti, dai 37.000 animali ammalati in Europa del 1992 si è passati, nel 2009 a soli 67, dei quali appena due casi in Italia su oltre 450 mila test effettuati.