Marchionne: “La Fiat è pronta a collaborare”. Lombardo: “No grazie. Non si faccia vedere”

ROMA – “Su Termini Imerese la Fiat è pronta a collaborare, ma solo se viene risolto il problema occupazionale e se esiste la garanzia che tutti i nostri lavoratori ricevano una lettera di assunzione dalla futura proprietà”. Lo ha detto l’amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, nel corso del suo intervento ieri a Montecitorio davanti alle Commissioni riunite Attività produttive, Commercio e turismo e Trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera.
Parole che giungono proprio alla vigilia dell’attesa firma al ministero dello Sviluppo economico sul piano di reindustrializzazione dell’area siciliana e che hanno scatenato la dura reazione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo. “Apprendo dalla parole dell’amministratore delegato Sergio Marchionne di una presunta volontà della Fiat a collaborare per Termini Imerese – ha detto il governatore – Per il bene di questa nostra area industriale chiedo soltanto che non si faccia più vedere e sentire”.
Uno risposta a muso duro quindi quella della Regione alla Fiat, rea quest’ultima di non aver collaborato fino ad ora a garantire un futuro ai circa 1.500 operai siciliani dello stabilimento destinato a chiudere battenti. Se, infatti, Sergio Marchionne nel suo intervento alla Camera ha dato rassicurazioni sugli investimenti futuri del gruppo, assicurando che “la Fiat non ha nessuna intenzione di lasciare l’Italia”, già da tempo l’azienda ha deciso che dal 2012 chiuderà le proprie produzioni sull’Isola.
“L’accordo che verrà siglato domani (oggi, ndr) al ministero dello Sviluppo economico – continua Lombardo – garantisce il riassorbimento occupazionale dei dipendenti Fiat, all’interno delle imprese che si insedieranno a Termini Imerese. L’accordo prevede che a regime l’area industriali registri quasi il doppio dell’eredità che raccogliamo dalla Fiat. Sono queste le vere garanzie per lo sviluppo e per l’occupazione e sono obiettivi che raggiungeremo grazie anche all’intervento economico della Regione siciliana, che sul rilancio di Termini Imerese investe 350 milioni di euro oltre alle agevolazione già previste in Sicilia per l’attrazione di investimenti imprenditoriali, come ad esempio il credito di imposta”.
Resta più di un dubbio, però, sull’effettivo reimpiego di questi lavoratori. Dubbi che in queste frenetiche ore vengono ribaditi dai sindacati interessati, rimasti insoddisfatti dall’incontro di lunedì con il ministro Paolo Romani. La Cisl, ad esempio, ha chiesto “l’apertura di un tavolo permanente presso il ministero dello Sviluppo economico con i sindacati, Invitalia e le imprese interessate agli investimenti affinché si conoscano nel dettaglio le iniziative industriali, la solidità economica, le condizioni di mercato, le produzioni, la quantità di occupazione, i tempi di realizzazione, gli aspetti contrattuali di rifermento”.