GELA(CL) – Circa duecento pazienti affetti da anemia mediterranea, fra la costa di Gela e Butera. Anni di lavoro per la creazione di un reparto ad hoc all’ospedale di Gela, associazioni di categoria che si sono spese per il potenziamento dei servizi sanitari destinati a quella fetta di popolazione colpite dalla malattia tipica dei centri costieri, ed adesso si profila il declassamento del reparto di medicina trasfusionale, un altro tassello dopo quello dell’Azienda Ospedaliera, del reparto di malattie infettive e dei tagli consistenti ai posti letto. La denuncia è del Comitato per lo sviluppo dell’area gelese, già protagonista della battaglia per la creazione a Gela della decima provincia siciliana. Nel piano di riordino della sanità siciliana è previsto il declassamento dell’unità operativa complessa di medicina trasfusionale dell’ospedale gelese Vittorio Emanuele III ed accorpamento con l’UOC di Caltanissetta.
“Ancora una volta l’assessorato regionale – si legge nella nota del comitato – punisce Gela, nonostante gran parte delle risorse del suo assessorato provengano da Gela, infatti, una grande fetta delle entrate della Regione sono prodotte dal petrolio di Gela, eppure… non importa il numero di abitanti presenti, non importa le patologie presenti, non importa nulla, se non mortificare ad ogni costo Gela. Città che prova in ogni modo ad emergere, ma, non trova spazio in una Regione dove la meritocrazia, l’efficienza ed il buon senso sono “estinti”. Il reparto di medicina trasfusionale fornisce di sacche di sangue l’ospedale di Caltanissetta, in premio riceviamo il declassamento.”.
Parole dure quelle del comitato per l’area di sviluppo di Gela, parole dettate da un senso di rabbia di fronte ad uno stillicidio in fatto di soppressione dei servizi che da anni colpisce la sanità della città, sede di uno stabilimento petrolchimico e dei servizi in genere, tanto più in quanto il comitato promuove il disegno di legge sulla realizzazione della decima provincia siciliana. Gela è la quinta città della Sicilia rappresenta una forza economica non indifferente per l’economia isolana ma riceve periodicamente colpi bassi ai servizi essenziali.
Alla protesta del comitato fa eco la nuova associazione ‘Corsa per la vita’ presieduta da Silvano Lisciandra. “la nuova riforma sanitaria tenta di penalizzare tutti i piccoli e medi presidi ospedalieri dell’isola, soffocandoci nei diritti elementari alla salute. La collettività gelese ne è un esempio lampante, con la privazione dello screening di prevenzione tumorale ad altri organi, oltre alla prevenzione del carcinoma alla mammella, all’utero e al colon retto, già finanziate, ma al momento congelate, malgrado le disposizioni dalla comunità europea recepite e avviate grazie al governo Lombardo lo scorso anno, già da molti anni in atto in molte regioni italiane”.