Rimborsi fiscali, un’odissea. Italia Paese peggiore del mondo

Roma – Non solo la Regione siciliana e le Aziende sanitarie dell’Isola. Anche lo Stato si conferma un tardo pagatore. Peggio: pessimo. Perché le amministrazioni finanziarie nazionali impiegano mediamente 14,1 anni per rimborsare le imposte, contro una media europea di 12 mesi. Più di tredici anni di differenza. L’Italia è rigorosamente ultima. La Sicilia, almeno in questo caso, è sedicesima. fa meno peggio, insomma, della maggior parte delle regioni, soprattutto del Sud.
È questa la disarmante sintesi della nuova inchiesta condotta da Krls Network of Business Ethics per conto dell’Associazione contribuenti italiani, che sarà pubblicata nei prossimi giorni su ‘’Contribuenti.it Magazine’’. Secondo la classifica, l’Italia si aggiudica il ‘primato mondiale’ per la lentezza nei rimborsi fiscali con 14,1 anni, seguita dalla Turchia (4,2 anni), dalla Grecia (3,8 anni), dalla Spagna (2,3 anni), dalla Francia (1,6 anni), dall’Inghilterra i (1,2), dalla Germania (0,8 anno), dall’Austria (0,4 anni), dagli Usa (0,2 anni) e dal Giappone (0,1). Tra i contribuenti maggiormente penalizzati in Italia dai mancati rimborsi fiscali figurano quelli residenti nelle regioni del Sud: Campania al primo posto, seguita dalla Puglia e Calabria. A seguire Lazio, Liguria, Basilicata, Molise, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Valle d’Aosta, Toscana, Piemonte, Marche, Abruzzo, Sicilia, Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia.
La lentezza – sottolinea l’associazione dei contribuenti italiani –  non fa sconti a nessuno, neanche ai terremotati dell’Abruzzo. “Fa impressione il tempo il attesa dei terremotati italiani, 12,8 anni, contro il mese di attesa dei terremotati giapponesi. Tutto questo accade perché le Amministrazioni finanziarie, dopo 11 anni, non ha ancora dato attuazione all’art. 8 dello Statuto del contribuente, in dispregio della Carta Costituzionale’’, si legge nella nota.