Formazione professionale 2011, giro di vite sulle autocertificazioni

PALERMO – I soldi sono stati appostati in bilancio da un pezzo. Ce ne sono 194 milioni in tutto per la formazione professionale siciliana accantonati nel relativo capitolo. Di questi, 30 milioni come annunciato dallo stesso assessore alla Formazione Mario Centorrino, serviranno a titolo di anticipazione a tutti gli enti che hanno trasmesso l’elenco con i dipendenti assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre del 2008.
L’ente di formazione ha semplicemente dovuto presentare un’autocertificazione per attestare che tutti i lavoratori trascritti sono stati assunti per l’appunto a quella data. Solo che di sorprese l’assessorato ne ha già avute parecchie e questa volta non ci vuole più ricascare. Vuole andare fino in fondo e verificare di persona se effettivamente quelle persone sono state assunte regolarmente. Ecco perché l’assessore Centorrino ha voluto dare una precisa direttiva al Servizio di Gestione dell’assessorato, specificato oltretutto nel decreto approvato per evadere i mandati di pagamento che saranno messi a titolo di anticipazione per il Piano regionale dell’offerta 2011, ancora non partito. Soldi che in realtà servirebbero agli enti per pagare i diversi mesi di stipendi arretrati.
All’articolo 3 del decreto si dà l’input al Servizio di Gestione, prima di emettere i mandati di pagamento, di verificare le dichiarazioni rese dai vari enti di formazione circa i dati relativi al personale subordinato a tempo indeterminato assunto a tutto il 2008. Mossa che si inserisce nell’ambito di quei controlli che sono partiti già dallo scorso anno e che hanno permesso allo stesso assessorato di scoprire che gli enti avevano assunto oltre mille personale oltre la data limite del 2008.
Un numero impressionante che ovviamente ha inciso a far lievitare di anno in anno la spesa della formazione che oggi ha raggiunto i 240 milioni di euro l’anno per il solo Prof. Una mossa che però alle organizzazioni di categoria non piace affatto, né tanto meno ai dipendenti: c’è addirittura chi parla di 6 mesi di stipendi arretrati.
“è singolare che si faccia ricorso – dice il responsabile regionale della Uil scuola Sicilia, Giuseppe Raimondi – alle disposizioni in materia di autocertificazione, ed alle sanzioni penali in caso di dichiarazione mendace, e poi si appesantisca la procedura onerando gli uffici ad effettuare dei controlli preventivi. Sarebbe più logico estrapolare i costi di eventuali assunzioni avvenute dal 2009 in poi, emettere i titoli di spesa ed assegnare agli ispettorati provinciali e agli uffici del lavoro il compio di effettuare un controllo di dettaglio”.
Ecco perché la Uil Scuola siciliana ha chiamato in causa anche il prefetto di Palermo: considerate le tantissime proteste e la tensione che sale sempre di più, c’è il rischio anche che si verifichino disordini. “Bisogna stare attenti perché oltre alle tensioni sociali – dice ancora Raimondi – si potrebbe verificare il blocco del Durc per gli enti proprio perché non in linea con i pagamenti non solo degli stipendi ma anche di contributi e varie imposte. Il che precluderebbe all’ente stesso di potere ricevere i finanziamenti”.
 

 
L’approfondimento. Il Prof 2011 non è ancora del tutto coperto
 
La commissione Bilancio dell’Ars dovrebbe prolungare in questi giorni l’esercizio provvisorio inserendo uno specifico emendamento per destinare ulteriori somme alla formazione e permettere il pagamento degli stipendi, ma ancora manca l’ufficialità. Nel frattempo la tensione sale e si fatica ad intravedere una soluzione al problema. Motivo del contendere il finanziamento del Prof 2011, che prevede stanziamenti inferiori di 50 milioni rispetto all’anno precedente e che non permetterebbe la copertura finanziaria dei corsi e il pagamento dei dipendenti. L’assessore ha annunciato un piano per la riduzione degli enti e la riorganizzazione del sistema, ma il confronto con le parti si annuncia già in salita. La tensione sociale è palpabile: già l’assessorato di via Ausonia per giorni è stato presidiato da centinaia di lavoratori e sindacato che hanno protestato rivendicando il diritto al lavoro. Il problema reale è che per molti degli 8.000 dipendenti del settore i giorni potrebbero essere contati. Il governo regionale non sembra in grado di trovare gli altri 50 milioni: i che significa che si dovrà necessariamente andare agli esuberi.