SCIACCA (AG) – Sui 181 chilometri quadrati di superficie su cui si sviluppa la città termale manca un museo degno di tale nome. I turisti che la visitano non devono scervellarsi o avvilirsi, pensando di non essere capaci di trovarne uno. A parte la “Casa Scaglione” (aperta soltanto in determinati giorni e orari poiché “gestita” dai lavoratori socialmente utili e quindi part-time), non c’è altro. O meglio: esistono, ma non si riescono ad aprire. Prendiamo il “Museo del Mare e delle Attività Marinare”, un’opera da 1 milione e mezzo di euro finanziata al Comune di Sciacca nell’ambito del Por Sicilia 2000-2006. è lì in Contrada Muciare, pronto da mesi.
Tuttavia, a causa di qualche impedimento burocratico, non può essere “riempito” ed inaugurato. Non si è ancora provveduto, per esempio, ad allacciare la linea telefonica, adempimento fondamentale non tanto per far felice il custode (che già si è insediato), che così potrà fare le sue chiamate a parenti e amici, quanto, piuttosto, per avere un collegamento ad internet.
Connettersi alla rete è essenziale per l’attivazione dell’impianto di videosorveglianza. Le telecamere servono. In mancanza di esse nessun reperto archeologico può essere ospitato all’suo interno. L’edificio, inoltre, non è stato ancora collegato alla rete idrica. Un museo del mare senz’acqua. Strano, no? A rinviare il taglio del nastro, però, contribuisce un altro ostacolo, che, rispetto a quelli sopraelencati, appare assai più complicato da superare.
L’unica strada che porta alla struttura è impercorribile e necessiterebbe di un intervento di riqualificazione. Il Comune non vuole uscire i soldi? No, ci sono delle difficoltà per individuare il proprietario. Nel senso che – dicono da Palazzo di Città – la sconquassata arteria è in parte pubblica ed in parte privata. “Ammesso che fosse così – evidenzia Gaspare Falautano, presidente della locale sezione della Lega navale italiana (organizzazione che ha collaborato al progetto) – quando c’è l’interesse pubblico ci sono mille modi per risolvere questo tipo di inghippo. Penso all’esproprio. E nella fattispecie – conclude – l’interesse pubblico è fuori da ogni discussione”.
Provocatoriamente, e forse non troppo, visti i ritardi, i soci della Lega navale di recente hanno lanciato una proposta: “Alla luce dei problemi esistenti per riparare la strada, i visitatori portiamoglieli via mare, mediante una imbarcazione che funga da navetta”.
Il tempo passa, ma di aprire i battenti non se ne parla. Nel frattempo, alcuni reperti trovati nello specchio d’acqua antistante il museo rischiano di andare a finire altrove, perché in città non c’è un spazio espositivo pronto ad accoglierli.
Le cose non vanno meglio per il “Museo del Carnevale” di Contrada Perriera. Costo: un miliardo e mezzo delle vecchie lire. Soldi concessi dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica. Il cantiere per la costruzione dello stabile è stato chiuso nel 2006, poi un’attesa lunga due anni per effettuare il collaudo.
Qualche settimana fa sono state completate pure le operazioni di riqualificazione dell’area circostante. E, colmo dei colmi, il 22 maggio scorso c’è stata addirittura l’inaugurazione a base di suoni e balli carnascialeschi. Il tempo di un fulmineo taglio di nastro e di una festicciola, poi la struttura è stata richiusa. Per essere riaperta l’indomani mattina? Macchè! Il Museo del Carnevale, ad oggi, è un edificio vuoto e off-limits per i visitatori. Che senso ha tutto ciò? A che serve inaugurare un museo senza niente dentro? Scherzi della recente campagna elettorale.
A quando, invece, l’allestimento e la definitiva apertura al pubblico? Una domanda a cui nessuno sembra saper dare una risposta. Dalla triste realtà ai sogni. Sciacca è nota in tutta Italia anche per la sua produzione di ceramiche artistiche.
Da anni, le maestranze locali, giustamente, chiedono venga creato un luogo dove poter mettere in mostra maioliche, piatti, sculture e così via. Nessuno è ancora riuscito a fargli questo regalo. Probabilmente, è meglio così. Chissà, forse a quest’ora assisteremmo all’ennesimo museo costruito e non sfruttato.