Catania – Senza alcun progetto concreto scoppia l’emergenza abitativa

CATANIA – È esplosa con prepotenza l’emergenza abitativa a Catania, una situazione già denunciata più volte dai sindacati degli inquilini e che in questi giorni sta assumendo contorni sempre più drammatici.
Sono infatti scesi in piazza gli abitanti del famigerato Palazzo di Cemento a Librino, l’edificio di viale Moncada di proprietà comunale che, da vent’anni, è diventato il rifugio dei tanti cittadini senza casa e senza la possibilità di affittarne una. Sono scesi in piazza dopo che al palazzo di Librino era stata staccata l’elettricità, per protestare contro un’amministrazione che per troppo tempo non ha voluto affrontare una situazione così delicata e che adesso deve, come spesso accade, correre ai ripari.
“Abitiamo nel palazzo di cemento da vent’anni – hanno detto i manifestanti che hanno passato in piazza anche le recenti festività – e nessuno si è mai occupato di noi, se non in periodo elettorale. L’aver staccato la corrente senza pensare a possibili soluzioni è stato un gesto folle e adesso pretendiamo soluzioni”.
Soluzioni che però, stando a quanto affermato da Carlo Pennisi, assessore comunale alle Politiche sociali, non sarà facile trovare nell’immediato. Servirebbero almeno un paio di settimane per trovare alcune alternative che non risposdano alla logica dell’emergenza ma a quella della programmazione.
Eppure, secondo i dati diffusi dalla Caritas all’interno dell’ultimo dossier sulle povertà in città, è proprio la casa uno dei fattori per cui i cittadini si stanno lentamente impoverendo: il canone degli affitti è infatti troppo alto perché le famiglie in difficoltà, prevalentemente monoreddito, possano permetterselo. E i numeri parlano chiaro: oltre 13 mila, a Catania, le famiglie inserite in graduatoria per ottenere un alloggio popolare, solo novemila quelle che hanno fatto richiesta negli ultimi sette anni e, di queste, ben cinquemila sarebbero quelle in condizioni estreme.
Da qui la piaga dell’abusivismo, che prolifera a causa dell’assenza di politiche mirate da parte dell’amministrazione.
“A una situazione di emergenza –  ha affermato Pennisi – non rispondo con l’emergenza. Il problema, al contrario, è rompere questo circolo vizioso dando una risposta di sistema”. Secondo l’assessore, dunque, l’unica soluzione efficace all’emergenza abitativa sarebbe la programmazione, costante e continua, attraverso cui intervenire non solo sull’assenza degli alloggi, ma anche sul tessuto urbano.
Secondo Pennisi, a breve, arriveranno risposte in merito al bando per il “Piano di albergo sociale”, cioè la possibilità da parte dei privati di mettere a disposizione alloggi per brevi periodi, in merito ai progetti della 328 e alle altre iniziative volte proprio a intervenire sull’emergenza casa.
Nel frattempo, però, il dramma dei cittadini rimane vivo e, attualmente, sotto gli occhi di tutti e in bella vista proprio nel cuore della città.