Catania – Giornata di intenso traffico quella di ieri nel quartier generale catanese dell’Mpa, dove il segretario regionale e capogruppo all’Ars, Lino Leanza, e l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, hanno illustrato alla stampa i dettagli delle nuova legge di riforma del sistema sanitario approvata dal Parlamento siciliano.
Nel complesso, un taglio di ben 12 aziende sanitarie. Ossia, 17 aziende al posto delle attuali 29. Ed inoltre la nascita dei nuovi distretti ospedalieri, l’introduzione di criteri assolutamente rigorosi nella scelta dei dirigenti, il potenziamento dei necessari servizi territoriali e, articolo a sorpresa dall’alto valore simbolico, una presa di distanza dalla posizione della Lega Nord sugli immigrati, con l’assistenza garantita ai cittadini extracomunitari bisognosi di cure “senza che ciò implichi alcun tipo di segnalazione alle autorità” da parte dei medici (art. 23).
“Programmazione capillare, definizione degli obiettivi da raggiungere, controlli a tappeto e sanzioni a chi non si adegua: sono questi i pilastri della nostra riforma”, ha dichiarato ieri Massimo Russo, il magistrato chiamato da Lombardo al compito di porre mano ai bilanci della sanità siciliana, soddisfatto per l’esito della battaglia anche (e soprattutto) interna al centrodestra siciliano. “Da ora in poi – ha continuato Russo – la programmazione sarà affidata al piano sanitario regionale, elaborato dall’assessore, della durata di tre anni. Il piano dovrà sempre essere approvato dalla Giunta con il parere vincolante della commissione Sanità dell’Ars”.
Anche sui tempi i promotori della riforma sono stati chiari. “Il primo piano sanitario dovrà essere approvato entro 240 giorni dall’emanazione della legge”, ha sottolineato Lino Leanza. Sullo spinoso tema delle liste d’attesa, Leanza ha dichiarato al QdS come all’interno della legge vi sia un articolo, il n. 31, “che espressamente prevede la riduzione dei tempi d’attesa da parte dei pazienti quale preciso obiettivo da assegnare ai direttori generali delle aziende sanitarie già in fase contrattuale”. “La valutazione dei manager – ha proseguito Leanza – sarà fatta anche in base al raggiungimento di un simile obiettivo, tendente a limitare quanto più i cosiddetti viaggi della “speranza” dei siciliani in altre regioni d’Italia o addirittura all’estero”. Questa sì che sarebbe davvero una rivoluzione