Federalismo fiscale municipale: Regione delibera l’impugnativa

PALERMO – “La Giunta di governo della Regione siciliana ha deliberato l’impugnativa del decreto sul federalismo fiscale municipale”. Si tratta, per il momento, solo del via libera all’Avvocatura della Regione (l’Ufficio legislativo e legale) che dovrà valutare se sussistono le condizioni per procedere davanti alla Corte costituzionale. Tuttavia, le argomentazioni della Regione sembrano accreditare, quasi certamente, un possibile ricorso.
La Giunta, infatti, ritiene che gli articoli 2 e 4 delle disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale (decreto legislativo 14 marzo 2011 numero 23) siano lesivi delle prerogative statutarie regionali, ed in particolare dell’autonomia finanziaria sancita dagli articoli 36 e 37 dello Statuto Autonomistico siciliano.
A rafforzare l’iniziativa della Giunta, il fatto che in relazione al medesimo decreto la conferenza dei Presidenti delle Regioni aveva già negato l’intesa in sede di conferenza Stato – Regioni, come si legge anche nel comunicato stampa diffuso da Palazzo D’Orleans.
Dettagliatamente gli articoli del decreto recriminati riguardano la devoluzione ai comuni della fiscalità immobiliare (art. 2) e l’ambito di applicazione del decreto stesso, le regolazioni finanziarie e le norme transitorie (art. 14). Contestati perché contrastanti con quanto sancito dagli articoli 36 e 37 dello Statuto. “Al fabbisogno finanziario della Regione si provvede con i redditi patrimoniali della Regione e a mezzo di tributi, deliberati dalla medesima” (art. 36). E “per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
 
L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima” (art. 37).
La questione non è di poco conto. Precisamente, “Attraverso questo decreto del federalismo fiscale – ha spiegato l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao – si rischia di sottrarre all’Isola e ai comuni siciliani oltre 700 milioni di euro”. Una cifra enorme, senza la quale le già povere casse comunali rischierebbero il collasso dunque.
“Non accettiamo e non possiamo accettare – ha continuato Armao – che attraverso degli atti unilaterali, quali i decreti legislativi, si ipotechi lo sviluppo e la crescita dell’Isola. La trattativa sul federalismo fiscale deve riconoscere alla Sicilia le possibilità, le opportunità, le risorse finanziarie che lo Statuto le assegna non un passo in meno, non un euro in meno, altrimenti sarebbe un federalismo iniquo”.
Non si tratta, ad ogni modo, di una condanna tout court del federalismo. Infatti – ha riconfermato l’assessore, parlando a nome della Giunta – “noi riteniamo che il federalismo sia un’opportunità per la Sicilia, tuttavia deve passare per un rispetto pieno dello Statuto siciliano”.
 


Gli articoli violati dello Statuto della Regione Siciliana
 
ARTICOLO 36
1. Al fabbisogno finanziario della Regione si provvede con i redditi patrimoniali della Regione e a mezzo di tributi, deliberati dalla medesima.
2. Sono però riservate allo Stato le imposte di produzione e le entrate dei tabacchi e del lotto.

ARTICOLO 37

1. Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
2. L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.