Palermo – Ci sono realtà da valorizzare per le prospettive di crescita, come Sviluppo Italia Sicilia, che ha commesse per 7 milioni di euro, ed enti da dismettere come l’Ast, pur salvando il personale in servizio. Altri andrebbero riorganizzati rispetto al progetto originale, per svolgere attività che riguardano il turismo e l’ambiente. è il caso di Multiservizi, che si potrebbe dividere tra Beni Culturali e Biosphera. La proposta è della commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana, presieduta da Riccardo Savona, che questa settimana ha terminato la relazione sul progetto di riordino delle società di cui è socio la Regione (legge 11/2010). Norma che prevede la riorganizzazione degli enti con un decreto dell’assessore regionale all’Economia per ridurre i costi della spesa pubblica. E stabilisce l’eventuale rivisitazione del progetto con decreto del presidente della Regione su proposta dell’assessore all’Economia.
La commissione Bilancio, che ha il parere vincolante, ha scattato una fotografia evidenziando punti di forza e di debolezza da sottoporre al Governo. Quasi tutte le società registrano perdite di esercizio nel 2009.
Sviluppo Italia Sicilia per la commissione Bilancio dovrebbe rimanere autonoma. La legge 11/2010, con il piano originario proposto dall’assessore all’Economia Armao e votato dall’Ars, prevede che venga incorporata all’Irfis. Secondo la commissione, invece, l’autonomia consentirebbe di “ottenere dalla Regione finanziamenti nazionali – si legge nella relazione – da ultimo stanziate nella legge di conversione del cosiddetto decreto milleproroghe da investire, nella creazione e nello sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali”.
Per l’Irfis, invece, la commissione chiede di “verificare in maniera approfondita con il Governo il ruolo da attribuire” valutando “ove possibile la possibilità di non rinunciare alle prerogative e agli strumenti propri di un istituto bancario che sia in grado di erogare credito alle imprese e nel contempo ne sostenga i piani di sviluppo”.
Per i tributi la commissione Bilancio ha preso atto che è già stata accertata, rispetto al piano originario, la possibilità che Serit Sicilia incorpori Riscossione Sicilia e non il contrario: Serit ha una struttura che “renderebbe il passaggio molto più celere ed efficiente”. Sullo sfondo rimane la questione della pianta organica, alla luce dei ricorsi dei 256 ex ufficiali di riscossione contro Serit, già Montepaschi. Dal momento che Riscossione Sicilia nasce da una cessione di quote della banca Montepaschi e dalla nuova compagine che mette insieme la Regione (60% delle azioni) con l’Agenzia delle Entrate, la commissione ritiene essenziale “contemplare nella composizione del prezzo di cessione delle quote la sussistenza dei contenziosi relativi all’assunzione, in via definitiva di un numero massimo di 256 ufficiali”. E aggiunge: “La imputazione della soluzione di tali contenziosi dovrebbe costituire specifica nota aggiuntiva all’atto di cessione delle quote, a garanzia della parte pubblica”.