Le imprese sperano nel decreto anticrisi

PALERMO – Le imprese siciliane restano attaccate ad uno dei pochi spiragli possibili per contrastare questa galoppante crisi. Si resta in attesa del decreto sulla manovra estiva che il governo nazionale dovrà varare e che potrebbe riservare moltissime misure a sostegno proprio delle imprese siciliane per via della loro specificità territoriale ed economica.
Un decreto che soprattutto garantisce due cose: incentivi su investimenti e mantenimento del livello occupazionale. Due dei problemi principali che stanno affliggendo l’economia imprenditoriale dell’Isola. Basti pensare che sul tavolo dell’assessorato regionale al Lavoro piovono ogni giorno nuove richieste di ammortizzatori sociali in deroga, cassa integrazione per categorie di lavoratori esclusi da quella ordinaria. “Nei mesi di gennaio e febbraio ne sono state chieste un milione e cinquecentomila ore a fronte del milione e duecentomila del 2008 – spiega Mario Filippello, segretario regionale della Cna –. A causa della riduzione degli ordini sono in grande difficoltà i settori che risentono dell’andamento dei mercati nazionale ed extranazionale. Per esempio le jeanserie di Bronte, la ceramica di Caltagirone e Santo Stefano di Camastra, col 30 per cento degli ordini in meno, l’edilizia, che sconta una battuta d’arresto degli appalti pubblici, col 47 per cento di ordini in meno. La grande opportunità dei fondi strutturali di Agenda 2000 si è conclusa e la nuova programmazione non c’è ancora. L’unico settore che regge è quello della lavorazione e della trasformazione dei prodotti agroalimentari”.
In questo drammatico quadro potrebbe cadere “a cacio”, come si suol dire, il decreto del governo nazionale che tra le sue principali azioni comprende la completa esenzione fiscale degli utili delle imprese reinvestiti per l’acquisto di alcuni beni strumentali, in primis i macchinari. Potrebbe essere questa l’ultima sorpresa del decreto sulla manovra estiva, con un impatto oscillante tra i 2,5 e i 4,5 miliardi. Uno dei punti fermi è poi il bonus occupazione. Oltre alle agevolazioni per le imprese che non licenziano, scatterà un bonus in favore delle aziende che reimpiegano i propri lavoratori cassintegrati in progetti di formazione e riqualificazione (lo Stato si accollerebbe una fetta dello stipendio).
Ci sarebbe poi la possibilità per i cassintegrati di portarsi sostanzialmente dietro la Cig anche in caso di assunzione di un’altra impresa. Scatterebbe anche la capitalizzazione di Cig e mobilità da parte del cassintegrato per un eventuale start up di una sua impresa autonoma. Possibile in questo caso l’erogazione anticipata (magari parziale) dei sostegni al reddito. Tra le opzioni più gettonate c’è anche quella di un voucher per integrare il reddito dei lavoratori in cassa integrazione e mobilità. Ancora da sciogliere è il nodo dell’irrobustimento dell’indennità di disoccupazione per i lavoratori parasubordinati, i co.co.pro. Ancora quindi sono da definire alcuni particolari ma pare proprio che il quadro generale sia già abbastanza chiaro. Le imprese dell’Isola a questo punto aspettano ansiose.