Rigassificatore di Priolo-Melilli, la Procura vuole vederci chiaro

SIRACUSA – La Procura della Repubblica di Siracusa ha avviato un’inchiesta per chiarire parecchi lati oscuri della vicenda del rigassificatore di Priolo. Eugenio Bonomo, del Comitato Melillese “No Rigassificatore”, ha dichiarato che: “Quanto appreso da recente stampa ci ha indotti a credere che l’iter autorizzativo del rigassificatore Ionio Gas volga al termine e che vi sia, da parte degli organi preposti, la volontà di esitare positivamente la richiesta dei proponenti, malgrado la palese opposizione delle popolazioni interessate che si sono espresse con 2 referendum stigmatizzando un netto “No” all’impianto. Anche il parere negativo espresso dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente pare non aver avuto peso nel condizionare negativamente il processo decisionale. Da quanto osserviamo, numerosi personaggi politici e altrettanto numerosi personaggi del mondo sindacale e industriale sembrano uniformemente orientati verso un irriducibile assenso al progetto”.
Giacinto Franco, di Decontaminazione Sicilia, a tal proposito dichiara: “Animati da senso di autocritica che da sempre caratterizza le due Associazioni, ancora una volta ci siamo interrogati considerando non remota l’ipotesi di un nostro errore di valutazione. A tal uopo, abbiamo ripercorso passo passo tutti gli steps dell’iter autorizzativo, rivedendo il NOF (Nulla Osta di Fattibilità) del 2006, la VIA del Ministero, la delibera 111/08 del CTR (Comitato Tecnico Regionale), il parere dell’Assessorato T.-A. del 2009. la nota a chiarimenti della DR VV FF, il parere dell’Assessorato T.-A. del 2010 e abbiamo riconsiderato tutti gli eventi e le circostanze verificatesi, in parallelo, mentre si susseguivano i citati atti”.
“Tale revisione critica, afferma Giuseppe Annino, del Comitato No rigassificatore, ci ha indotti a rilevare possibili contrasti fra disposizioni normative e attuale desumibile orientamento degli organi competenti. Sono emersi, inoltre, apprezzabili dubbi circa la possibile violazione di norme statali e comunitarie, varie presunte discrasie permeanti in vari punti l’iter in toto e, non ultimo per importanza e implicazioni, possibili violazioni di norme penali”.
Le due associazioni hanno pertanto esposto i motivi delle loro perplessità, documentandole adeguatamente, alla Procura della Repubblica di Siracusa, nella persona del procuratore capo, Ugo Rossi. Questi, esaminato attentamente l’esposto ed i suoi allegati, lo ha ritenuto degno della massima attenzione e, ritenendo fondate le perplessità delle associazioni esponenti, ha immediatamente disposto l’avvio di un’indagine in merito, affidandone il delicato compito alla Guardia di Finanza.
Tanto ci viene comunicato oggi da uno dei legali delle associazioni che si sta occupando personalmente degli aspetti penali della vicenda.
Ora si attendono gli sviluppi delle indagini, confidando nelle grandi capacità del procuratore, al fine di chiarire se l’iter autorizzativo è interrotto da parentesi oscure che ne comprometterebbero sicuramente l’esito per ricredersi in merito ai troppi dubbi che la vicenda offre a considerare e che, da quanto facilmente si desume, sono stati condivisi dalla Procura della Repubblica che adesso indaga.