PALERMO – Diminuisce la superficie boschiva distrutta dal fuoco, ma gli enti locali mostrano ancora scarsa sensibilità all’attività di prevenzione degli incendi.
“Molti comuni non si sono ancora messi in regola con il Catasto delle aree incendiate – denuncia Mimmo Fontana, presidente di Legambiente Sicilia -. Manca poi una seria politica di manutenzione e di controllo del territorio. Molti incendi continuano a svilupparsi per vicende banali, in quei terreni che si trovano in stato di abbandono o a causa del bruciamento delle stoppie”.
Non può dirsi certo positiva la risposta delle amministrazioni comunali dell’Isola a “Non scherzate con il fuoco”, la campagna di sensibilizzazione, prevenzione e monitoraggio lanciata su tutto il territorio nazionale dall’associazione ambientalista in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile. Al questionario inviato per monitorare e divulgare le azioni messe in campo dai comuni che hanno subito incendi, solo 67 enti su 390 hanno e, tra questi, solo 3 dei 9 capoluoghi di provincia (Agrigento, Caltanissetta e Trapani). “Ad oggi – osserva Fontana – si deve constatare poca attenzione da parte degli amministratori locali, che continuano a considerare secondario il problema della prevenzione”.
Le note positive arrivano dai dati del Corpo Forestale che mettono a raffronto gli incendi boschivi tra il 2008 ed il 2007. Nel 2008, in Sicilia si sono registrati 1.109 incendi (nel 2007 erano stati 1.205), mentre gli ettari di terreno colpiti dagli incendi sono stati 20.923 (contro 46.519 dell’anno precedente). Gli interventi della Forestale nella provincia di Palermo dall’inizio dell’anno (febbraio – giugno) sono stati 88, 26 con mezzi aerei e 62 con interventi di terra. “La superficie dei boschi interessata dagli incendi si è ridotta del 60%” sottolinea Giovanni Gargano, commissario superiore del Corpo Forestale Regionale, a cui spettano compiti di prevenzione, avvistamento degli incendi boschivi e di pronto intervento. “Stiamo inoltre supportando i comuni per il rilevo cartografico digitalizzato delle aree percorse dal fuoco – ricorda – anche se alcuni enti mancano di risorse e competenze adeguate”. “Le condizioni climatiche possono favorire o danneggiare il nostro lavoro –continua Gargano – Quando inizia a soffiare lo scirocco diventa problematico riuscire a fronteggiare gli incendi, che possono mettere a rischio anche i centri abitati. In questi casi è fondamentale la presenza di personale sul territorio per evitare che l’incendio si estenda, e la collaborazione tra i diversi enti impegnati, che è auspicabile duri tutto l’anno”. Il traguardo ambito dai vari attori impegnati lotta ai roghi è quel coordinamento degli interventi e dei mezzi propugnato dalla legge 353/2000, che istituisce la Sala operativa unificata permanente. “Si tratta di un passaggio essenziale per dare efficienza al sistema” dice Mimmo Fontana, che lancia un appello alla politica affinché “trasformi le politiche clientelari in politiche virtuose, impiegando l’enorme forza lavoro esistente in occupazione utile” a risolvere il problema incendi.