Polidori: “A breve non ci saranno trivelle nel Canale di Sicilia”

ROMA – Nel breve periodo non ci saranno perforazioni per la ricerca di petrolio nel Canale di Sicilia, perché ci sono rigide norme sulla valutazione di impatto ambientale e serve l’autorizzazione degli enti locali interessati, con la Regione siciliana che si è dichiarata contraria. Questo il tema centrale di quanto dichiarato dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Catia Polidori, rispondendo alla interpellanza dell’onorevole siciliano del Pd Angelo Capodicasa.
“La notizia stampa dell’imminente esecuzione di perforazioni per ricerche di giacimenti petroliferi nel Canale di Sicilia, ad opera della Northern petroleum, è destituita di ogni fondamento”, ha dichiarato Polidori. Nel suo intervento Polidori ha sottolineato che da agosto 2010 sono state fatte numerose restrizioni sulla ricerca di idrocarburi nel nostro paese, con divieti vicino alla costa e alle aree protette. Al di fuori di queste aree si procede con una richiesta di valutazione di impatto ambientale, sentiti gli Enti territoriali costieri interessati che potranno esprimere il proprio avviso ed eventuali opposizioni.
A tale proposito, ha precisato Polidori, è da evidenziare che “la Regione siciliana ha manifestato la netta contrarietà al rilascio di titoli per idrocarburi presenti e futuri, e sono inoltre pervenute al Mse opposizioni da parte dei Comuni di Racalmuto e Ragusa”. Al momento, si legge nell’intervento di Polidori, sono arrivate 29 istanze di ricerca, di cui sedici fuori dalle zone di divieto e quindi possono proseguire nell’iter, otto dentro e quindi rifiutate, e cinque parzialmente all’interno che andranno ridotte.
In particolare, la Northern Petroleum è titolare di due permessi già approvati di ricerca per idrocarburi nel canale di Sicilia ma ha ottenuto la sospensione del decorso temporale e, conseguentemente, anche la sospensione delle attività programmate. Discorso simile per la Shell che è titolare di sei permessi: per tre è stata presentata istanza di sospensione del decorso temporale e, quindi, delle attività programmate, mentre per gli altri tre è stato chiesto il differimento del termine di perforazione del pozzo esplorativo al marzo 2012, scadenza indicata in ogni permesso che però necessita di ulteriori autorizzazioni che, allo stato attuale, non dovrebbero essere concesse.