PALERMO – I giovani da sempre costituiscono il futuro di qualsiasi paese, ma l’Italia l’ha ampiamente dimenticato e gli innumerevoli tagli alla spesa sociale ne sono la dimostrazione.
L’Italia ha firmato la Convenzione dei Diritti del Fanciullo a New York il 20 novembre 1989, rendendola esecutiva con la legge 176 del 1991. Da quest’ultima sono state generate numerose leggi a tutela dei minori come la legge 149/2001 sull’adozione e l’affido minorile. Tuttavia, la spesa sociale dedicata dalle Istituzioni nazionali, regionali e locali, è stata pesantemente decurtata e il Fondo nazionale per le politiche sociali (Fnps) ha molti meno fondi a disposizione. Infatti, il bilancio complessivo dei fondi statali a carattere sociale nel 2011 si è ridotto del 63,4% rispetto al 2010, ottenendo 538,3 milioni.
Per le stesse voci, nel 2010 si sfiorava la cifra di 1.472 milioni di euro e appena tre anni fa, nel 2008, la dotazione dei fondi a carattere sociale era di 2.526,7 milioni di euro. In tre anni, insomma, le risorse si sono ridotte a un quinto, pari al 79% in meno. Le previsioni per il 2012 e il 2013 indicano un’ulteriore stretta, con i fondi sociali che scenderebbero a 271 milioni. Il taglio più significativo è quello del Fondo politiche sociali, che dai 929,3 milioni del 2008 è sceso ai 435,3 milioni del 2010 e che per il 2011 si assesterebbe sui 274 milioni. Il taglio rispetto al 2010 resta pesante con il 36% in meno, e con la prospettiva di ulteriori riduzioni rispettivamente a 70 milioni nel 2012 e a 44,6 milioni nel 2013. Le risorse che fanno capo a questo Fondo, rappresentano la principale fonte di finanziamento degli interventi di assistenza alle persone e alle famiglie, e della rete integrata dei servizi sociali territoriali.
Dal 2008 al 2011, quindi, la dotazione del Fondo è scesa da 929,3 a 273,9 milioni. La manovra di bilancio per il 2011 ha poi cancellato ogni stanziamento per il Fondo per la non autosufficienza, che disponeva di 400 milioni nel 2010. Il Fondo per le politiche della famiglia, destinato a finanziare il Piano nazionale per la famiglia, il sostegno delle adozioni internazionali, così come le iniziative di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il fondo di credito per i nuovi nati e alcuni interventi relativi ad attività di competenza regionale, dispone, oggi, di 51,5 milioni, inferiore del 72,2% rispetto al 2010 (185,3 milioni). Il Fondo per le politiche giovanili ha visto diminuire gli stanziamenti da 94,1 a 12,8 milioni a causa della legge di stabilità 2011, così che è stato azzerato il Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza (da 30 a 3 milioni).
Infine, i fondi alla Cooperazione vedranno complessivamente 150 milioni in meno, subendo una decurtazione del 46% nel 2011. Tutti questi tagli riverseranno i loro nefasti effetti al Sud, dove risiedono ben 1 milione e 179 mila dei minori poveri, il 70% dei bambini e adolescenti in difficoltà economica dell’intero Paese. Un esempio di ciò che tali tagli significano per la popolazione minorile siciliana, è fornito dai seguenti dati, giacché Palermo eroga 143 milioni per minore a bilancio, 93 milioni per spesa sociale procapite e 37 milioni per minore secondo la legge 285/97. Per le stesse voci Milano spende rispettivamente 700 milioni, 290 milioni e 23,7 milioni, mentre la media nazionale è di 433,5 milioni, 200,8 milioni e 29,5 milioni.
Focus. Nato a Palermo il “1° Rapporto sull’adolescenza”
Raoul Russo, assessore comunale alle Politiche sociali di Palermo ha dichiarato: “Il piano infanzia, promosso dalla legge 285/97 prevede una serie di servizi variegati. Di fronte a risorse in diminuzione, si pone la necessità di riflettere su come integrare gli interventi pubblici con quelli del privato-sociale realizzati dalle associazioni sul territorio. Occorre affrontare tutte le esigenze che esistono sul territorio e cercare di aver un quadro d’insieme, in modo da evitare sovrapposizioni o dispersione di risorse”.
Lino D’Andrea, membro dell’Osservatorio nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha testimoniato: “Il Comune di Palermo non ha le risorse economiche delle città del centro-nord, ma la percentuale di poveri assoluti, sotto i 6 mila euro, è di gran lunga maggiore a Palermo che a Bologna. Non è un caso che il primo rapporto sull’adolescenza sia nato a Palermo e che sia stato usato come base per la legge 285/97. La società odierna è molto protettiva nei confronti dell’infanzia e dell’adolescenza e continua a denunciare la mancanza di un futuro per le nuove generazioni. Tuttavia si può chiedere ai minori quale futuro vogliano, e questo costringerà tutti noi a rivedere stili di vita, i luoghi e i tempi”.