Resta irrisolta la questione “acqua” a Gela

GELA (CL) – Torna a tenere banco in città la questione ‘acqua’, non solo per le carenze croniche che non sono mai state risolte, ma anche per le bollette che l’ente gestore sta inviando ai cittadini con la richiesta del saldo del 50 per cento dovuto per gli anni antecedenti il 2010. La vertenza acqua a Gela non ha mai trovato una soluzione vanificando le aspettative dei cittadini.
IL CONTRATTO – Dopo la firma del contratto trentennale fra la società di gestione Caltaqua, che prevedeva già tre anni fa l’erogazione di acqua potabile 24 ore su 24, e l’azienda spagnola Aqualia, titolare del contratto, che aveva previsto un aumento dei costi, l’amministrazione comunale, a firma avvenuta, si è infatti accorta che i termini non erano stati rispettati, in quanto l’acqua a Gela non è mai stata potabile né mai è stata osservata la clausola dell’erogazione assicurata 24 ore su 24. E allora cosa devono pagare i cittadini?
ACQUA NON POTABILE – Nel 2007 è intervenuto l’allora sindaco Rosario Crocetta con un’ordinanza con la quale riconosceva l’acqua di Gela non potabile e, di conseguenza, si riconosceva il diritto di non pagare l’intero importo della bolletta. Da allora i cittadini hanno pagato il 50 per cento degli importi. Ma Caltaqua acquista la risorsa in questione da Siciliacque e rivendica il pagamento degli importi totali, anche se non eroga 24 ore su 24 come da contratto. Intanto qualcosa è cambiato, nel 2010 gli esami di laboratorio eseguiti dal Lip ( laboratorio di igiene e profilassi) di Caltanissetta, hanno decretato che l’acqua di Gela ha superato tutti i test di potabilità: l’acqua è potabile, ciò implica il pagamento dell’intero importo delle bollette. Ma chi paga il pregresso?
IL CREDITO – La cifra accumulata in questi anni è di circa 9 milioni di euro. Caltaqua vanta un credito ma non sa a chi battere cassa. La classe politica aveva chiamato in causa la Regione Siciliana, ma gli incontri realizzati non hanno portato ad alcun risultato concreto. E il debito ha continuato a lievitare. Adesso si pone di nuovo il problema. E Caltaqua chiede ai cittadini di saldare il conto.
FASULO – E arriva puntuale la risposta del sindaco di Gela, Angelo Fasulo:“I cittadini devono pagare solo il 50 per cento delle fatture attuali, gli altri costi Caltaqua non può addebitarli agli utenti”. Il sindaco chiarisce:“In mancanza di risposte dalla Regione abbiamo già sollecitato l’Ato idrico ad avviare un’azione giudiziaria per stabilire a chi vada imputato il pagamento di quel 50 per cento, come Comune stiamo inoltre valutando la possibilità di intraprendere un’azione legale diretta affinché i cittadini non siano costretti a pagare ciò che non è assolutamente dovuto”.
DONEGANI – Il sindaco ha incontrato l’onorevole Miguel Donegani. Durante l’incontro si è discusso della questione idrica legata alle fatture di recupero coattivo che Caltaqua sta inviando in questi giorni ai cittadini gelesi in merito al mancato pagamento del 50 per cento delle bollette relative al 2010. Al termine dell’incontro il parlamentare regionale ha comunicato che richiederà per la prossima settimana la convocazione di un tavolo tecnico di fronte alla terza commissione – attività produttive dell’Assemblea regionale siciliana a cui siederanno, oltre al Comune di Gela, i rappresentanti di Siciliacque, di Caltaqua  e dell’ATO Idrico, per stabilire a chi sia da imputare il pagamento di quel 50 per cento che, come già ribadito più volte dal sindaco Fasulo, non può gravare di certo sui cittadini che non hanno ricevuto il servizio.
 
L’onorevole Donegani si dice d’accordo col sindaco.“Condivido in pieno le idee di un tempestivo ritorno alla municipalizzazione dell’acqua – dice Donegani – mi sono fatto promotore di questo tavolo tecnico di fronte alla terza commissione all’Ars, così come già successo l’anno scorso”.
L’onorevole conclude:  “Serve chiarezza sui tanti disservizi e sui costi troppo elevati che investono tutta la Provincia di Caltanissetta. Non siamo disposti a tollerare le minacce di recupero coattivo o di sospensione del servizio da parte di Caltaqua, inoltre quelle somme non possono ricadere sui cittadini gelesi che sono stati costretti a subire negli anni notevoli disagi”.
 

 
Caltaqua non si è arresa chiede gli importi sospesi
 
GELA (CL) – Mentre si è infiammata  la campagna referendaria sull’acqua pubblica, a Gela si combatte con l’ente privato. Caltaqua non si è arresa e chiede il pagamento del 50 per cento degli importi sulle bollette sospesi con ordinanza dall’ex sindaco Crocetta fino al 2010. Il presidente dell’Ato idrico Ferdinando Maurelli ha convocato negli uffici di via Mulè a Caltanissetta, il Consiglio di amministrazione dell’Ato Cl 2. Argomenti all’ordine del giorno: la problematica che riguarda la bollettazione al 50 per cento e la discussione dell’articolazione tariffaria.  Sempre martedì è prevista la cerimonia di consegna del depuratore dalla Regione all’Ato idrico e quindi a Siciliacque, un passo in più che dovrebbe creare una nuova speranza per la disponibilità di acqua per la città. Sullo spinoso tema è intervenuto il movimento ‘Intesa civica’ che in una nota dice che Caltaqua continua inesorabilmente a diffidare i cittadini nel richiedere il pagamento dell’altro 50 per cento della bolletta dell’acqua non potabile, minacciandoli del distacco dei contatori e della riscossione coattiva del credito.
“Ormai lo sanno tutti – dice il presidente di ‘Intesa civica’ Alfonso Peritore – che Ato idrico, sindaco e amministrazione comunale continuano a produrre parole e non fatti concreti”. Peritore spiega: “Il nostro movimento di fronte a questo ennesimo atto intimitadorio che mira a mettere le mani nelle tasche dei cittadini ed alla inconcludenza dei politici, consiglia agli utenti non solo di difendersi, ma anche di attaccare Caltaqua”. Conclude Peritore: “Invitiamo tutti i cittadini, famiglie, condomini che hanno pagato l’intera bolletta nel periodo in cui è stata dichiarata non potabile di richiedere il rimborso del 50 per cento pagato in più rivolgendovi al nostro numero legale 3483319829; saremo a disposizione dei cittadini per offrire assistenza e collaborazione”.
 

 
Aqualia reclama il credito: “Qualcuno deve pagare”
 
GELA (CL) – “Qualcuno deve pagare il credito che noi vantiamo”. A parlare è Josè Gozo, vice presidente della società spagnola Aqualia, titolare del contratto trentennale con cui la provincia di Caltanissetta ha privatizzato il servizio idrico. La Aqualia si appoggia per la manutenzione alla società Siciliacque e per la distribuzione alla Caltaqua.
Una piramide di aziende in cui l’ultimo tassello è il cittadino gelese che riceve un servizio scadente e non continuativo, come sarebbe previsto da contratto, anche a causa di una rete idrica di distribuzione obsoleta e fatiscente e, quand’anche l’acqua fosse potabile alla fonte arriva putrida e saltuaria ai rubinetti dei cittadini. Non mancano i polveroni e si rincorrono le voci secondo le quali una parte della politica avrebbe tentato affari con Caltaqua barattando posti di lavoro: un pentolone scoperchiato e denunciato da opposizioni attente che non hanno lesinato critiche e accuse risvegliando l’opinione pubblica.
“Non pretendiamo che siano i cittadini – chiarisce Gozo – ma qualcuno dovrà pur essere. Noi abbiamo recapitato le bollette a chi non ha pagato almeno una fatturazione nel corso di questi anni; non procederemo ai distacchi di contatori ma pretendiamo i pagamenti da chi non li ha effettuati”.
“In ogni caso – conclude il vice presidente – abbiamo accumulato un credito non indifferente a cui non possiamo rinunciare, abbiamo migliorato i servizi e questo è sotto gli occhi di tutti”.
Si prevede una battaglia senza esclusione di colpi in una città dove si soffre la sete nonostante il grande dissalatore, rinnovato con il quinto modulo bis, inaugurato nel 2006 dall’allora governatore Cuffaro, costato 6 milioni di euro e messo dopo qualche anno in stand by.
Intanto i gelesi ‘godono’ di poche ore di acqua ogni due giorni, dopo tre anni di gestione privatizzata che non ha ancora mantenuto le clausole di un contratto in cui le somme lievitano ma i servizi non migliorano.