PALERMO – Il servizio di raccolta dei rifiuti non appare efficiente in molte parti del territorio (sono circa 140 le discariche abusive segnalate), ed anche la raccolta differenziata – che costa al Comune , solo per trasporto e compostaggio, più di 2 milioni e 200 mila euro annui, con un’entrata di soli 800 mila euro – è ferma al 10%, con il conseguente aggravio dell’ecotassa che Palermo continua a pagare annualmente e che è pari a circa 1 milione di euro. Sono rimaste prive di una risposta le interrogazioni del consigliere Orlando (Pdl), relative ad una serie di iniziative intraprese nell’ultimo anno in casa Amia, come ad esempio l’assunzione di un addetto stampa, e l’esternalizzazione di talune attività e servizi, nonché la promozione dei lavoratori dell’azienda con relativo aumento della retribuzione.
A snocciolare gli interrogativi è Nadia Spallitta, capogruppo di “Un’altra storia” in Consiglio comunale, dopo aver appreso che l’azienda che gestisce l’igiene urbana avrebbe bisogno di altri 20 milioni di euro dal Comune per portare avanti le proprie attività.
“Da un lato l’Amia ha mantenuto, se non addirittura aumentato, il corrispettivo del contratto di servizio, dall’altro riduce natura e quantità di servizi erogati. Per cui non si è in grado di valutare – anche per l’assenza di ogni documentazione agli atti del Consiglio – la richiesta di un ulteriore aumento del corrispettivo di 20 milioni di euro”, sostiene la Spallitta, che spiega: “Il quadro sembra essere allarmante dal momento che, ad oggi, è confermata l’iscrizione al passivo dell’Amia di circa 190 milioni, dei quali solo per una parte si prevede la copertura attraverso la riscossione dei crediti, che la stessa società , anche da anni, vanta nei confronti di terzi. Inoltre, sembrerebbe che il piano di risanamento che implicava l’utilizzo dei fondi Cipe e fondi Fas, circa 70 milioni complessivi- non sia ancora definito- forse per la inspiegabile e mancata erogazione degli stessi fondi da parte dell’Amministrazione. Ugualmente, il conferimento del terreno in località Bellolampo, (per un valore di circa 12 milioni di euro) rivolto alla ripatrimonializzazione dell’Amia, non sembra essere andato fino ad ora a buon fine. Di difficile lettura – anche per l’assenza di documenti da poter analizzare – la richiesta presentata in aula dai commissari straordinari, di un incremento del contratto di servizio (oggi di circa 115 milioni di euro) di ulteriori 20 milioni, in relazione all’azione di contenimento dei costi di Amia posta in essere dai commissari, ( che sembrerebbe essere di circa 10 milioni di euro), ed in riferimento al ridimensionamento dei servizi che dal gennaio 2010 l’Amia non eroga più al città (rifiuti cimiteriali, carcasse animali, monitoraggio dell’aria, riduzione degli interventi di bonifica dei siti, riduzione degli interventi sulle carcasse di auto abbandonate, riduzione della disinfestazione, limitati interventi di ritiro dei rifiuti ingombranti”.
Una situazione che si profila drammatica, secondo la Spallitta, nonostante un anno di lavoro dei commissari straordinari, che hanno ereditato un’azienda in sostanziale dissesto. Inoltre, denuncia il consigliere, il bilancio 2010 e la documentazione contabile non sono stati trasmessi al Consiglio comunale, che ha potuto avvalersi quindi solo della relazione in aula esposta dagli stessi commissari.
Il gruppo “Un’altra storia” presenterà in Consiglio un’interrogazione in merito, ritenendo che “difficilmente il bilancio del Comune – conclude la Spallitta – che deve anche fronteggiare il problema della Gesip e l’indebitamento dell’Amat, possa reperire al suo interno i 20 milioni chiesti dai commissari”.