La Confeserfidi alle banche: “Fiducia a imprese isolane”

CATANIA – “Date fiducia alle imprese siciliane”.
Questo il messaggio di Bartolo Mililli, amministratore delegato di Confeserfidi, agli istituti bancari, lanciato nel corso di un convegno, nel centro congressi Le Ciminiere di Catania.
Un tasto dolente visto che oltre alla conferma dell’indispensabile ruolo dei Confidi nell’accesso al credito da parte delle imprese, dall’incontro era emersa anche “la poca sensibilità dimostrata dal settore creditizio in un momento così difficile e critico”, per usare le parole di Margherita Poselli, presidente dell’Odcec (Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili) di Catania. 
Il convegno organizzato da Confeserfidi era stato aperto dall’on. Alessandro Pagano, della Commissione Finanze della Camera dei deputati oltre che docente e commercialista, e dalle relazioni dei professori Luca Erzegovesi dell’Università di Trento e Lorenzo Gai, dell’ateneo di Firenze, che hanno illustrato quali siano, dopo la riforma del Testo unico bancario, le modalità di accesso al credito delle Piccole e medie imprese.
“I Confidi – ha detto Pagano – sono partner privilegiati dello sviluppo: la rinascita delle nostre imprese passa da una rinnovata fiducia delle banche ma anche da una valorizzazione di questi Consorzi. Da qui gli interventi della Commissioni finanze tesi ad ampliare le attività dei Confidi e creare le condizioni legislative per il rafforzamento di quei patrimoni che sono la forza dei consorzi”.
In particolare al Sud, dove, come ha sottolineato Mililli, “solo i Confidi possono consentire alle micro, piccole e medie imprese siciliane di superare i limiti imposti da Basilea 2, ossia quell’obbligo di rating che le penalizza fortemente nell’accesso al credito e ai finanziamenti”.
Ma, come sottolineato da Nino D’Asero, vicepresidente della commissione Bilancio dell’Ars, l’Osservatorio del Credito ha rilevato che la Sicilia paga due punti percentuali in più per il credito.
L’on. D’Asero ha anche sottolineato la necessità di “adeguare la legge regionale 15 del 2000 sui Confidi, adattandola al Testo unico bancario” e, ricordando che la Sicilia è l’unica regione italiana a dare un contributo  per l’abbattimento dei tassi creditizi, ha affermato che però “questi interventi andrebbero rimodulati”.