Armao: la manovra del Governo grava pesantemente sulla Sicilia

CATANIA – “La manovra governativa che punta a recuperare 47 miliardi, grava pesantemente sulla Sicilia in un momento in cui lo Stato impone di fermare gli investimenti. Bloccare i Fas vuol dire non solo impedirci di provvedere a sostenere la ripresa mediante anticipazioni di cassa per realizzare infrastrutture e sostenere le imprese, ma anche precludere ogni forma di cofinanziamento necessario all’utilizzo dei fondi europei”. Si è lamentato così, a proposito della manovra presentata dal ministro Tremonti, l’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, a Catania durante la sottoscrizione di alcuni accordi tra Intesa San Paolo e Federalberghi Sicilia.
“Addirittura – ha poi aggiunto l’assessore – dopo aver sottratto già oltre il 16 per cento, la manovra approvata impone un ulteriore taglio del 10 per cento. Tale riduzione ovviamente colpisce soprattutto la Sicilia che perde altri 350 milioni di fondi dopo i quasi 800 milioni già sottratti lo scorso anno, comprimendo la dotazione sino a 3,2 miliardi di euro. E questo mentre si registra nel decennio la riduzione degli investimenti nel Sud, ormai ai minimi storici, ed una insopportabile considerazione del Mezzogiorno come un peso per il Paese”.
Ma il quadro generale, visto nel insieme, risulta ancora più austero. Come ha spiegato Armao, infatti, “se si connettono i tagli ed il blocco sui fondi Fas (basti pensare al danno patito dalle imprese siciliane per l’improvviso stop al finanziamento del credito d’imposta e delle zone franche) ed alle riduzioni di trasferimenti agli enti locali dello Stato ed alle riduzioni di spesa imposte, per la Sicilia la disponibilità di risorse finanziarie si comprime di quasi tre miliardi”.
A proposito delle possibilità per il settore turistico l’assessore ha fatto alcune considerazioni. “Per rafforzare il turismo ed incrementarne fatturato ed occupati – ha detto – occorre puntare sugli investimenti e sulle infrastrutture, con l’obiettivo di recuperare il divario tra nord e sud, appesantito dai decrescenti trasferimenti del governo nazionale. Il superamento del divario infrastrutturale è cruciale in questo senso”.