Siracusa, il pozzo senza fondo delle circoscrizioni

SIRACUSA – Quartiere, ma quanto ci costi? Se nel Nord Italia di solito vengono date ricompense simboliche ai neo eletti al consiglio di circoscrizione, la questione cambia per le città meridionali, soprattutto in Sicilia. Qui, da più di dieci anni, le municipalità vigenti alimentano il pozzo dei desideri degli apparati di potere di ogni schieramento politico con spese strabilianti e retribuzioni cospicue. In cambio: fedeltà, controllo del territorio, certezza sulla funzionalità della macchina racimola consensi. Un dibattito che ha sollevato molte polemiche.
 
“In qualità di presidente della circoscrizione Tiche – afferma Alessandro Cotzia – mi rattrista profondamente leggere le critiche aventi ad oggetto l’asserita onerosità ed improduttività dei quartieri cittadini e dei rispettivi consigli. Ciò che mi preme evidenziare è l’errore che si commette quando si tenta di risolvere il problema degli enormi sprechi della politica partendo dei consigli circoscrizionali. Imputare a questi ultimi i costi spaventosi delle cariche istituzionali italiane sarebbe come acquistare una Ferrari comprandola rigorosamente diesel al fine di ridurre le spese spendendo meno in benzina”. In media otto riunioni al mese, anche se in alcune circoscrizioni si raggiunge il limite massimo di quindici consigli al mese. Un attivismo questo che ha un rovescio della medaglia. Ad esempio, capita che si convochi una seduta del consiglio per deliberare urgentemente su una buca da ricoprire. Immediatamente si effettuano sopraluoghi, si riuniscono commissioni, si da vita ad una serie di dibattiti su dove, come, quando e perché mettere l’asfalto. Conclusione? Mozione all’ordine del giorno: “tutto da ridiscutere”. Ovviamente a pagare sono i cittadini. Il compenso percepito da ogni presidente di quartiere si aggira intorno a 1.468 € lorde al mese; il gettone di presenza dei consiglieri si assesta su trenta/quaranta € lorde; le circoscrizioni siracusane attualmente sono nove, il numero dei consiglieri varia tra i sedici/dodici per consiglio.
 
Da non dimenticare l’indennizzo della giornata lavorativa per quei consiglieri-lavoratori; l’amministrazione comunale a fine mese paga all’azienda gli oneri previdenziali per l’assenza dal posto di lavoro. “Ritengo maggiore l’impegno di un consigliere di quartiere – spiega Giovanni Di Lorenzo, presidente della circoscrizione Neapolis – che quello di un assessore comunale. Il vero spreco di denaro pubblico, non è il gettone di presenza o la mensilità di un presidente. Sono tutte quelle commissioni consiliari, le indennità dei dirigenti comunali, le consulenze per applicati di segreteria conferiti ai trombati alle ultime elezioni amministrative. Si cerca solo di gettare fumo negli occhi per forviare l’opinione pubblica dal nodo centrale della questione: gli spreconi sono altri. I poteri di un consiglio circoscrizionale sono pochi, le nostre casse sono vuote e attingere a fondi è un’impresa impossibile. Noi facciamo solo da passacarte”. E se da una parte si cerca di dimezzare il numero delle circoscrizioni, dall’altra l’amministrazione paga veri e propri affitti d’oro per le sedi decentrate. In tabella il costo annuo del canone di affitto aggiornato al 2009 il cui contratto scade ogni sei anni. Solo gli uffici del quartiere Ortigia e Grottasanta sono di appartenenza del comune di Siracusa.
“U pisci feti ra testa” lo sanno bene i cittadini siracusani. E lo ha intuito anche l’art.2 comma 34 della finanziaria che ha imposto ai Comuni di sopprimere gli enti, le agenzie, gli organismi, istituiti dai medesimi enti locali e titolari di funzioni in tutto o in parte. Infondo se si sperpera denaro, il denaro circola, se circola si sperpera.