Monossido di carbonio per trattare il tonno

PALERMO – Sul banco del pescivendolo fa bella mostra di sé un meraviglioso tonno dal colore rosso intenso: abbiamo già l’acquolina in bocca; lo compriamo per mangiarlo subito!
Ma attenzione: potrebbe essere tonno trattato con il monossido di carbonio!
Tale componente, infatti, agisce come “batteriostatico”: inibisce, cioè, la crescita dei microrganismi responsabili del deterioramento del pesce; ma oltre a far questo, il monossido di carbonio esalta il colore del tonno, mantenendo un bellissimo rosso vivo.
Il tonno sembra fresco, ma fresco non è (proviene prevalentemente dal Vietnam e dal bacino asiatico). Per la verità questo trattamento è vietato in Europa, ma il problema esiste, come dimostrano le numerosissime segnalazioni fatte al Rapex, il Sistema di Allerta Rapido Europeo.
Il tonno al monossido, al contrario, potrebbe essere contaminato da una quantità elevata di microrganismi pericolosi per la salute dell’uomo; tant’è che è soprattutto rischioso il consumo a crudo. Inoltre il pesce così trattato potrebbe contenere quantità eccessive di istamina, una sostanza che può causare reazioni simili a quelle allergiche (eruzioni cutanee, prurito, mal di testa…) fino ad arrivare a esiti anche fatali, nel caso di soggetti particolarmente sensibili.
Qual è il consiglio? Bisogna osservare bene il colore del tonno: se è troppo rosso, se le venature sono troppo accese, non consumiamolo. In ogni caso, compriamolo sempre e solo dal nostro pescivendolo di fiducia.