La Stazione di Siracusa chiusa di notte e chi arriva da Roma si ferma a Catania

PALERMO – Con incredibile tempistica, vista la vocazione della città e il periodo estivo, Reti Ferroviarie Italiane ha deciso la chiusura notturna della stazione di Siracusa. Si tratta dell’ultimo provvedimento in una tratta che dal capoluogo aretuseo arriva fino a Gela e da lì verso Agrigento da un lato e Caltanissetta dall’altro, sempre più in evidente stato di abbandono.
Lo ha denunciato, con una interrogazione parlamentare indirizzata al Governo della Regione, il parlamentare regionale del PdL, Vincenzo Vinciullo.
“I vertici di RFI – scrive Vinciullo – con una decisione a dir poco discutibile, hanno deciso che la stazione di Siracusa, già presa di mira dalle scelte dei virtuosi funzionari delle ferrovie nazionali, chiuderà all’utenza pubblica dalle 22.30 fino alle 4.50 del giorno dopo. Ciò esula totalmente da ogni ragionevole logica di servizio al cittadino e colpisce ulteriormente la città e i turisti”.
“Solo per citare un esempio – ha spiegato – il treno proveniente da Roma che giornalmente dovrebbe arrivare a Siracusa dopo le 22.30, a causa della chiusura, sarà costretto a fermarsi a Catania, obbligando i propri passeggeri diretti nella città aretusea ad un servizio di pullman, scelta non certo comoda e pratica, dopo oltre 8 ore di treno”.
“Tale decisione – ha continuato Vinciullo – sorprende ancor di più poiché, mentre nel resto d’Italia le Ferrovie dello Stato, nel periodo estivo, aumentano i servizi e le tratte, in Sicilia continuano nella politica dei tagli indiscriminati, mettendo, tra l’altro, in crisi proprio il settore tu ristico”.
Vinciullo ha chiesto al Governo della Regione “d’incontrare, urgentemente, i vertici nazionali e regionale di RFI per comprendere e contrastare questo tipo di scelte aziendali”.
Siracusa è solo l’ultima tappa di un  percorso di dismissione costante attuato dal gruppo Ferrovie dello Stato nel corso degli anni. Nonostante le promesse per l’alta velocità e una serie di opere connesse alla costruzione del ponte e del Corridoio 1 si percepisce come la porzione più sostanziosa del denaro sia diretta verso tutt’altra parte del Paese. Di recente, ha denunciato la Cisl Messina, appena il 2% degli investimenti previsti nel Piano Industriale 2011-2015 delle Ferrovie dello Stato sarebbe indirizzati nell’Isola, che già soffre un ritardo pesante in termini di alta velocità e binario unico. Dello stesso tenore la denuncia lanciata nelle scorse settimane dal senatore Bianco che ha denunciato come il taglio dei “treni a lunga percorrenza, non assicurano un minimo e decente servizio per i pendolari e pregiudicano pure il trasporto merci (- 46%)”.