Disoccupazione rosa al 18,1% numeri da record per la Sicilia

PALERMO – Maglia nera per la Sicilia che ancora una volta registra il tasso di disoccupazione femminile più alto. A rilevare, quello che non è ormai una novità per l’Isola, sono stati i dati Istat 2011 sulla situazione occupazionale in tutta Italia.
L’Isola, con il 18,1%, è la regione con il più alto tasso di disoccupazione femminile, mentre insieme alla Campania si piazza seconda tra le regioni con il numero di disoccupati più alto (oltre il 15%). Il report dell’Istat, conferma ancora una volta le differenze tra Nord e Sud che si fanno ancora più nette quando si parla di mercato del lavoro. Infatti, risalendo la Penisola, i tassi di disoccupazione si abbassano fino ad arrivare a regioni come il Trentino Alto Adige (3,9%) o la Valle D’Aosta (4,4%), dove le persone alla ricerca di un impiego sono quasi “mosche bianche”. Tra le grandi regioni italiane molto bene fanno l’Emilia Romagna, che limita la quota al 5,2% e il Veneto (5,4%).
Insomma, i dati dell’Istat riferiti al primo trimestre del 2011 parlano chiaro: dei 2,155 milioni di disoccupati in tutto il Paese circa il 50% si trova al Sud (1,003 milioni), il 35% al Nord (762 mila), e la parte rimanente al Centro (il 18% pari a 390 mila).
Le cifre descrivono, quindi, un’Italia perfettamente spaccata in due. E non stupisce così che il tasso delle persone alla ricerca di un impiego nella parte meridionale del Paese sia doppio a confronto con il resto del Paese.
Un quadro più dettagliato emerge analizzando le forze lavoro regione per regione. A fare il pieno di disoccupati, è, appunto, la Campania che registra sia il tasso più alto (15,6%), che il numero complessivo maggiore (286 mila). Ciò significa che questa sola regione assorbe il 13% dei disoccupati in
Italia. 
Il quadro che emerge dall’analisi dell’Istituto Italiano di Statistica è che a inizio 2011 sono, infatti, un milione, ovvero la metà del totale, le persone alla ricerca di un posto al Sud. E se in Campania, come abbiamo detto, il tasso di disoccupazione supera il 15% e le altre regioni meridionali poco si scostano da questi livelli, scontando tutte un tasso a doppia cifra, questo significa che la questione meridionale deve partire soprattutto dalla questione occupazionale per colmare le differenze nel mercato del lavoro ed evitare il fenomeno della migrazione o dei cervelli in fuga.
Sulla Sicilia bisogna fare una riflessione in più che riguarda l’occupazione femminile che si rivela piuttosto allarmante considerata l’alta percentuale delle donne inoccupate.
I dati  Istat diffusi sulla disoccupazione in Sicilia fotografano una realtà drammatica che bisogna in qualche modo riuscire a capovolgere. “Sono necessarie politiche vere e di sviluppo dice l’assessore al Lavoro, Andrea Piraino in un comunicato”. La Sicilia deve produrre ricchezza. Stiamo lavorando ad una legge per lo sviluppo, per rimettere in moto l’economia siciliana. Bisogna anche dire che, oltre alle nostre insufficienze, subiamo purtroppo le tensioni nazionali che il governo puntualmente tende a scaricare sul Sud. La Sicilia ha dei blocchi da parte del governo su una serie di finanziamenti che impediscono lo svolgersi e lo svilupparsi di una serie di iniziative molto importanti per l’Isola”.
Anche la segretaria regionale della Cgil, Mariella Maggio pensa che la Sicilia è abbandonata dal governo centrale è dice: “I dati fotografano un problema presente in Sicilia da anni. Se da un lato il governo nazionale non crea dei progetti strutturali per il rilancio della nostra isola, dall’altro – dice la segretaria – esiste un’azione speculare dei governi regionali che si sono susseguiti negli ultimi anni in Sicilia”.