Tetti di spesa per la formazione il 2011 sarà un banco di prova

PALERMO – Rivoluzione nel mondo della formazione professionale in Sicilia. Le attività didattiche sono ormai partite da alcuni mesi, e si attendono i primi risultati della riforma introdotta con il Piano Regionale dell’Offerta Formativa del 2011.
Punto cardine e motore del cambiamento, l’introduzione del parametro unico: per ogni ora di corso la spesa dovrà essere di 135 euro. “Un sistema per garantire trasparenza” ha detto l’assessore regionale alla Formazione Mario Centorrino.
Un anno, il 2011, che sarà il banco di prova dei nuovi criteri introdotti in questo settore che ha vissuto per parecchi anni in uno stato di caos e quasi totale anarchia.
Se il primo e fondamentale giro di vite è stato dato col blocco delle assunzioni al 2008, l’inserimento del parametro unico ha tagliato parecchie migliaia di euro di fondi a parecchi enti. Con la nuova quota ogni ente dovrà far fronte a tutte le spese, relativamente alla gestione delle strutture e al personale. Nella stessa cifra sono comprese le spese relative all’indennità di frequenza giornaliera dei corsisti, cifra che è cresciuta, rispetto all’annualità precedente, di tre centesimi al giorno, passando ad  un totale di 4 euro e sedici centesimi. “Cifra che sale a 1,50 euro l’ora – spiega il capo di gabinetto Antonino Emanuele – nel caso di corsi finanziati con il Fse, il Fondo sociale europeo”.
I corsisti ricevono anche il materiale didattico necessario, dai quaderni alle penne alle dispense preparate dai docenti, e un rimborso delle spese di viaggio nel caso in cui risiedano lontano dalla sede in cui si svolgono le lezioni e utilizzino un mezzo pubblico per gli spostamenti. “Si tratta di indennità previste dalle norme – spiegano dall’assessorato – per rimborsare i giovani che svolgono un’attività formativa che spesso si traduce anche in attività pratica in aziende e imprese e il contributo li aiuta a sostenere le spese sostenute per esempio per il vitto”.
Le spese del personale rappresentano sicuramente la voce più “pesante” nel bilancio degli enti di formazione. Per ciascun docente in pianta organica a tempo pieno, lo stipendio mensile è di circa 1.200 euro al netto delle trattenute, per circa 800 ore di insegnamento diretto l’anno, a cui bisogna aggiungere altre 500 “ore di disposizione”, tempo in cui gli stessi preparano le lezioni, le verifiche da somministrare agli allievi e, alla fine dei corsi, mettono a punto il materiale per il collegio docenti e il giudizio finale sugli allievi.
Laddove poi non siano presenti nell’ente le professionalità necessarie per particolari moduli didattici, e non vi sia personale idoneo disponibile nelle liste di mobilità, sussiste la possibilità di assumere personale con contratto di collaborazione, che guadagna tra i 15 e i 18 euro l’ora a lordo per i corsi finanziati con fondi regionali. Cifra che può salire fino a 50 euro nei casi di esperti con specializzazioni e qualifiche particolari. Nei corsi finanziati con il fondo sociale europeo il guadagno dei docenti sale, e di molto: oscilla tra i 40 e i 150 euro l’ora a seconda della qualifica.
 

 
L’approfondimento. Iscrizione ai corsi, resta tutto invariato
 
La procedura per l’iscrizione ai corsi di formazione inseriti nel Piano Regionale per l’Offerta Formativa 2011 non è cambiata. Gli allievi interessati alla partecipazione alle attività didattiche hanno presentato la richiesta ai singoli enti in riferimento al corso al quale si è interessati. Secondo quanto previsto dalle normative “ogni ente – spiegano dall’assessorato – promuove i corsi attivati con pubblicità attraverso i mezzi di comunicazione per portare la cittadinanza a conoscenza delle attività svolte e dei corsi attivati”. Ogni candidato presenta la richiesta allegando la documentazione necessaria – copie documento di riconoscimento e titolo di studio – e il curriculum. Nel caso in cui le domande di richiesta siano superiori ai posti disponibili, una commissione formata dai docenti dell’Ente seleziona i candidati. Ciascun corso ha una durata variabile di ore, da 600 a 900 ore. Centorrino ribadisce: “Questa riforma riqualifica il sistema, offre autentiche garanzie per i lavoratori, per tutti gli operatori del sistema e per l’intera economia. Quanto alle qualifiche dei corsi abbiamo seguito le statistiche Istat e Unioncamere per avviare quelli che formano i lavori chiesti dal mercato”.