PIAZZA ARMERINA (EN) – Respinto nei giorni scorsi il ricorso del consigliere comunale Giuseppe Capizzi contro l’elezione di Giuseppe Venezia a presidente del Civico consesso. Il Tar di Catania, infatti, ha rigettato il ricorso numero 2.217 del 2011 in quanto, secondo la magistratura amministrativa, non sussistono motivi per sospendere l’efficacia della delibera con la quale Venezia è stato proclamato presidente durante la decima seduta del Civico consesso utile all’elezione del vertice del Consiglio.
Si conclude in questo modo la querelle, innescata dal consigliere Giuseppe Capizzi, che, qualche mese fa, appoggiato dai suoi sostenitori – Udc, Mpa e parte del Pd – aveva diffidato il Comune di Piazza Armerina nella persona del sindaco Fausto Carmelo Nigrelli, il Consiglio comunale nella persona del vice presidente Ilenia Adamo e il segretario comunale Carolina Ferro a riconoscere l’elezione dello stesso a presidente del Consiglio comunale.
Elezione che a suo dire sarebbe avvenuta durante la seconda seduta, quando ha riportato nove voti.
“Ora non esistono più alibi – ha detto il sindaco Fausto Carmelo Nigrelli commentando la decisione del Tar – il Consiglio può lavorare serenamente nell’interesse della città sotto la guida saggia ed esperta di Giuseppe Venezia e del vice presidente Rosario Paternicò”.
“Se i protagonisti del ricorso – ha rincarato la dose Nigrelli – hanno dignità politica, ma sul punto nutro forti dubbi, le conseguenze della decisione del Tar dovrebbero essere le immediate dimissioni da consigliere comunale di Giuseppe Capizzi e da segretario del circolo del Pd di Ranieri Ferrara, ispiratore e responsabile politico dell’azione che ha messo a repentaglio l’amministrazione monocolore Pd votata dai cittadini e offerto un’immagine negativa del partito”.
“In ogni caso – ha concluso il primo cittadino – mi aspetto che gli organismi provinciali intervengano sanzionando il comportamento di Ferrara, Capizzi e degli altri consiglieri comunali che sono passati all’opposizione i quali, a mio avviso, non possono più stare dentro questo partito”.
Difficilmente, però, Capizzi seguirà il “consiglio” del sindaco, visto che qualche giorno prima dell’arrivo della sentenza del Tar il consigliere si era espresso sulla vicenda ribadendo che la sua candidatura nasce dentro il Partito democratico, quindi è figlia di una scelta politica e non personale.
“Mi corre l’obbligo di sottolineare – ha detto – che qualora il ricorso non dovesse essere accolto non verrà meno il mio impegno e ruolo all’interno del Pd, fermo restando che tali considerazioni non possono prescindere dalle scelte che il partito provinciale e l’organismo competente vorrà adottare e che io rispetterò qualsiasi esse siano. Aggiungo che l’assenza di un intervento del partito provinciale mi costringerà sia pure controvoglia ad autosospendermi dal Pd”.
“Questa mia scelta – ha concluso – nasce dall’esigenza di spiegare a coloro i quali mi hanno sostenuto e ai militanti del partito le ragioni che hanno spinto pezzi del Pd a votare insieme a esponenti del Pdl, in difformità a scelte politiche che non sono solo nazionali ma che riguardano valori e interessi che non possono da me essere rappresentati, né tantomeno dal Pd che nasce per esprimere altri valori”.