CATANIA – La prima unità spinale unipolare del Sud è stata istituita dall’azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania. Una struttura progettata e attrezzata per la riabilitazione e la cura di paraplegici e tetraplegici che fino adesso sono stati costretti a seguire le loro cure riabilitative al Centro-Nord Italia o addirittura all’estero, con conseguenti e ingenti spese sia da parte della famiglia che da parte del sistema sanitario regionale. Basti pensare che almeno l’80 per cento dei pazienti con esito in tetra-paraplegia accettati dall’ospedale Cannizzzaro annualmente, è costretto a completare le cure in altri centri spinali fuori dall’Isola.
L’Emilia-Romagna, la Lombardia e la Toscana sono le regioni a cui la Sicilia ha dovuto rimborsare le cure per i propri paziente. Problema grave e annoso per molti settori della sanità. L’unità spinale unipolare è stata progettata nel 2005 e nell’ottobre del 2008 è stata posta la prima pietra, mentre il costo complessivo è stato di circa dieci milioni di euro. Un bell’investimento, certo, ma che porterà notevoli cifre di risparmio al sistema sanitario regionale e che trasformerà Catania in un polo d’attrazione all’avanguardia e pluridisciplinare. “Miriamo a un approccio pluridisciplinare per cui offriamo assistenza specifica e tempestiva nella fase immediatamente successiva alla lesione – ha dichiarato Francesco Poli, direttore generale dell’azienda ospedaliera Cannizzaro – in più sarà un punto di riferimento per le persone mielolese per la riabilitazione sociale e familiare. Con questa unità la Sicilia non solo colma un grave divario rispetto alle realtà del Nord, ma pone il Sud all’avanguardia”.
Quattro sono i livelli della struttura, ognuno con finalità diverse. Venti i posti letto, di cui quattro per la terapia intensiva con monitoraggio centralizzato e ventilazione assistita e tanti i servizi a disposizione: dalle palastre per la terapia occupazionale, neuromotoria, rieducazione motoria, rieducazione sportiva, alla sala meeting, dall’appartamento pre-dimissioni, alla cucina, dalla piscina al wireless perché gli studenti possano essere collegati con la scuola e non perdere lezioni. Il personale è multidisciplinare come la struttura ed è quello dell’ospedale Cannizzaro. Ogni anno circa 70 mila persone in Italia subiscono lesioni al midollo spinale e nella maggior parte dei casi, l’86 per cento, colpisce giovani tra i 10 e i 40 anni. Presupposto fondamentale perché i pazienti siano gestibili nell’unità spinale unipolare è la stabilità delle funzioni vitali.
Voglia di Vivere, Come Ginestre e Life, le associazioni che maggiormente hanno contribuito alla costruzione
CATANIA – Voglia di Vivere, Come Ginestre e Life sono le associazioni che hanno molto contribuito con i loro suggerimenti alla realizzazione della prima unità spinale unipolare del Sud. Si tratta di associazioni dedicate, composte da persone che soffrono di problemi motori, che quindi sanno perfettamente cosa significa vivere da paraplegico e che vogliono proporre progetti e soluzioni ai pazienti del centro, come il disbrigo delle pratiche. “Voglia di vivere – ha spiegato il presidente Domenico Trimarchi – non è un nome scelto a caso per la nostra associazione. La vita da mieloleso non è facile, ma non bisogna mai abbracciare la tentazione di una vita vegetativa. Moltissime sono le cose che è possibile fare, dallo sport all’informatica, occorre imparare il metodo giusto”. Ascoltati i suggerimenti delle associazioni, che comunque promettono di vigilare perché alle buone intensioni seguano sempre i fatti, e organizzata la struttura, l’unità spinale unipolare vuole dunque essere a misura di paziente. “Crediamo che una riabilitazione globale e un intervento in équipe multisciplinare possa dare risposte adeguate al paziente con lesione midollare. Per noi non è solo un ammalato, ma una persona che deve essere aiutata a riorganizzare tutta la propria vita” ha detto Antonio Lazzara, direttore sanitario dell’azienda ospedaliera Cannizzaro.