Ponte e rinnovabili: la Cina investe bene

PALERMO – I cinesi sarebbero pronti a mettere le mani sulla Sicilia. Almeno finanziariamente parlando. Le ultime indiscrezioni parlano degli asiatici interessati ad investire nel Ponte sullo Stretto e in impianti fotovoltaici. L’Isola sarebbe infatti nel mirino degli investimenti del fondo sovrano China Investment Corp, un colosso pronto a sborsare denaro sonante e contante, che andrebbe anche compensare una eventuale distrazione dei fondi europei previsti per la crescita infrastrutturale dell’Isola.
 Il progetto per il Ponte sullo Stretto continua la sua marcia. Nonostante il tira e molla a livello europeo su quale asse europeo sarà preferito nel futuro infrastrutturale, la società Stretto di Messina prosegue nell’iter per la costruzione del ponte.
 
Qualche settimana fa sono stati pubblicati gli elaborati espropriativi al fine di dare massima diffusione e agevolare la consultazione da parte del pubblico. Si è ormai entrati nella fase clou del procedimento, visto che proprio per la fine di questo mese dovrebbe essere inoltrato il progetto definitivo al ministero delle Infrastrutture e a tutte le Amministrazioni ed Enti centrali e locali che dovranno esprimere il proprio parere di competenza nell’ambito della Conferenza di servizi. Lo step successivo sarà la convocazione della Conferenza di servizi, a cura del ministero, che dovrà concludersi entro 60 giorni. Ultimo passaggio riguarderà la Struttura Tecnica di missione del Ministero che dovrà completare l’istruttoria sul progetto definitivo per trasmetterla al Cipe. Proprio il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica avrà l’ultima parola sull’approvazione del progetto definitivo e con la conseguente Dichiarazione di pubblica utilità prenderanno avvio gli espropri.
L’iter di costruzione resta ancora legato a qualche perplessità – nei giorni scorsi Lombardo aveva esplicitamente dichiarato che senza Corridoio 1 non avrebbe senso il Ponte – ma adesso potrebbero piovere sullo Stretto anche i soldi di China Investment Corporation, il cui presidente Low Jiwei, nel corso della suo tour italiano del 6 settembre scorso, era stato piacevolmente colpito, secondo quanto affermato dal ministro Matteoli, dal modello di project financing. Tra gli investimenti possibili negli snodi infrastrutturali anche il Ponte sullo Stretto. La conferma di questo interesse è stata data anche da Francesco Attaguile, dirigente generale del Dipartimento per il collegamento con l’Unione europea e il Bric della Regione Sicilia. 
 
Secondo il dirigente della Regione, i verdoni orientali potrebbero coprire il 50% dei 6 miliardi di euro. Quasi una sciocchezza per una società che come capitale può vantare circa 400 miliardi di dollari. Nei giorni scorsi proprio i cinesi erano stati in Sicilia per un incontro con i vertici della Società Ponte sullo Stretto di Messina, ufficialmente per andare a lezione dai colleghi italiani in termini di costruzione di infrastrutture sospese (la Repubblica Popolare sta lavorando al progetto di collegamento stabile attraverso lo Stretto di Qiongzhou), ma è stata l’occasione per un ulteriore contatto. I soldi della cinesi potrebbero anche confluire in altre settori strategici isolani, come quelli dell’energia tramite impianti fotovoltaici, e altri finanziamenti per ampliare i porti di Augusta e Pozzallo.