Nell’Isola entrate tributarie in calo e spesa pubblica sempre alta

PALERMO – “Le entrate tributarie nel 2009 hanno subito una riduzione che, seppure di entità relativamente lieve (-0,3 per cento), rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al periodo 2005-2007 ed è da considerarsi come conseguenza diretta della crisi economica mondiale”. Lo dice la Relazione sulla situazione economica della Regione siciliana 2010, documento che – ricordiamo – ha l’obiettivo di facilitare agli Organi di Governo ed al Parlamento regionale la predisposizione di adeguate misure programmatiche mirate al sostegno e alla promozione dell’economia isolana.
Precisamente nel quinto capitolo dedicato alla Finanza pubblica, nel paragrafo dedicato al conto consolidato della Pubblica amministrazione si studia l’andamento del  Settore Pubblico allargato che comprende i dati di tutti gli enti dell’Amministrazione locale (Amministrazione Regionale, Comuni, Province, Camere di Commercio, Università, Asl, Ospedali pubblici, Enti dipendenti e vigilati dalla Regione, Enti Portuali e Aziende di Servizi Pubblici Locali), oltre ai dati regionalizzati degli Enti dell’Amministrazione centrale (Stato, Cassa depositi e prestiti, altri enti dell’Amministrazione Centrale, Enas, Enti di Previdenza, Monopoli di Stato, Eti, Enel, Poste, Ferrovie, Eni, Iri).
Oltre alla lieve (-0,3 per cento) riduzione delle entrate tributarie nel 2009, le imposte dirette, a causa della crisi, hanno subito una diminuzione dell’1,1 per cento, che fa seguito al -1,4 per cento del 2008. “Complessivamente – secondo il documento – le entrate correnti hanno fatto registrare un aumento contenuto (+0,6 per cento). Si è avuta una riduzione del 6,2 per cento nella vendita di beni e servizi, che è stata compensata dall’aumento delle poste correttive e degli incassi non classificabili. I trasferimenti correnti hanno subito un lieve aumento (+1,0 per cento) che peraltro non incide molto nel conto consolidato regionale, dato che tale voce non costituisce una quota molto elevata delle entrate correnti (appena 0,9 per cento nel 2009). Infatti, nel conto consolidato, per via delle elisioni operate, i trasferimenti sono rappresentati soltanto da quelli provenienti da organismi comunitari e dai privati (famiglie ed imprese)”.
Nel 2009 sono cresciute del 7,3 per cento le entrate in conto capitale, questo per un incremento da un lato degli introiti derivanti dall’alienazione di beni patrimoniali (+19,4 per cento) e dall’altro della voce “altri incassi di capitale” che ha fatto registrare una crescita di ben 484 milioni di euro, per la quasi totalità attribuibile alle Imprese pubbliche nazionali. Calano nettamente i trasferimenti di provenienza comunitaria (-56,2 per cento) e le riscossioni di crediti (-10,5 per cento). Complessivamente, le entrate totali presentano una crescita quantificata nell’1,0 per cento.
 
L’analisi delle spese mostra per il 2009 una diminuzione delle spese correnti pari al 5,1 per cento, dovuto principalmente alla riduzione delle spese per il personale (-7,8 per cento) – anche se questa rimane sempre tra le più alte di tutte le Regioni d’Italia – e per acquisto di beni e servizi (-17,8 per cento). Sono invece aumentati i trasferimenti alle famiglie (+6,1 per cento) categoria in cui, nella metodologia utilizzata per la costruzione dei conti, sono comprese le spese per il pagamento delle pensioni.