PALERMO – Il vizietto è oramai classico per gli Enti locali siciliani: bilanci e rendiconti di gestione puntualmente arrivano con mesi di ritardo rispetto al tempo limite – già prorogato ben due volte – fissato dal Governo nazionale e regionale. E quest’anno, la situazione sarà anche peggiore per via di un’inadempienza legata direttamente al Governo siciliano. La lunga crisi politico-amministrativa, infatti, ha portato all’emissione del provvedimento di invio dei commissari ad acta con ben un mese di ritardo. Ad avere emanato il decreto, il Presidente della Regione Raffaele Lombardo lo scorso due luglio (sino a quella data aveva lui ad interim la guida dell’assessorato agli Enti locali), quando invece, negli anni passati, il provvedimento è scattato già qualche giorno dopo la scadenza del termine fissato, quindi nei primissimi giorni di giugno.
Tanto per rendere l’idea, questo ritardo potrebbe comportare l’approvazione dei documenti finanziari ad agosto inoltrato.
“I nostri uffici – afferma la dirigente generale del Servizio XII dell’Ufficio ispettivo dell’assessorato agli Enti locali, Luciana Giammanco – alla scadenza del termine fissato dal decreto avevano già predisposto tutti gli atti necessari”. Tradotto, significa che in realtà ad avere ritardato è stato il provvedimento politico-amministrativo.
La realtà siciliana, sotto questo aspetto, è davvero drammatica, con gli enti locali che sembrano sempre meno capaci di gestirsi. Basti pensare che sono ben 118 i Comuni ancora inadempienti che non hanno approvato il bilancio di previsione (dato aggiornato al 22 giugno dall’assessorato regionale agli Enti locali, data entro la quale gli enti locali devono comunicare a Palermo l’approvazione del documento finanziario di previsione). Ciò significa che un Comune su tre è primo del bilancio di previsione.
In questi giorni, dunque, sono stati inviati i commissari, anche se in realtà si tratta di una fase che non contempla una vera e propria azione sanzionatoria. Il commissario prende l’incarico, ma con funzioni di vigilanza affinchè il Consiglio comunale convochi l’assemblea entro 30 giorni dal suo insediamento, con un ulteriore mese di tempo per l’approvazione. Soltanto dopo quest’ulteriore termine scatterebbe il commissariamento vero e proprio.
L’adozione del bilancio di previsione è regolata dalla circolare n. 01/A.L. del 16 marzo scorso, emanata proprio dall’assessorato regionale agli Enti locali Settore XII Ufficio ispettivo. E qui si racchiudono anche i tempi per la relazione previsionale e programmatica e il bilancio pluriennale 2009/2011. Il limite consentito era stato fissato al 31 maggio, dopo due primi rinvii a dicembre e marzo. A livello sanzionatorio vigono gli articoli 151 e 174 del decreto legislativo 267 del 18 agosto del 2000 e dell’articolo 109 bis dell’O.R.EE.LL., l’ordinamento regionale degli Enti locali, approvato con legge regionale del 15 marzo del 1963 numero 16 che comporta per i Comuni e le Province inadempienti l’azione sostitutiva dell’assessorato regionale agli Enti locali con la nomina di un commissario ad acta. Se si dovessero superare anche questi due mesi di ulteriore proroga, allora si arriverebbe allo scioglimento del Consiglio comunale.
Questa inadempienza porta conseguentemente a un altro sforamento dei tempi, quello per l’approvazione del rendiconto di gestione per esercizio finanziario 2008. Qui la scadenza era fissata al 30 aprile, disciplinata dall’articolo 2-quater comma 6 lettera A del D.L. 7 ottobre 2008 numero 154 convertito dalla legge 4 dicembre 2008 numero 189 che ha modificato l’articolo 151 del decreto legislativo numero 267 del 18 agosto del 2000. Secondo quanto riportato nella circolare numero 03/A.L. del 29 aprile 2009 i Comuni avrebbero dovuto trasmettere tutto al Servizio XII Ufficio ispettivo dell’assessorato alle Autonomie Locali entro 10 giorni. In una circolare l’assessorato agli Enti locali fa presente che il rispetto dei tempi dell’approvazione dei bilanci “garantiscono adeguati livelli di funzionalità dei servizi resi alle collettività locali ed il rispetto del Patto di stabilità”.