Messina – Quel Preventivo della discordia che ha bloccato Palazzo Zanca

MESSINA – Ha senso fare l’abbonamento allo stadio quando mancano solo quattro partite di campionato da giocare e la tua squadra del cuore è già retrocessa? Per Giunta e Consiglio comunale evidentemente sì, se è vero che a Palazzo Zanca si discute ancora del bilancio previsionale 2011, a tre mesi dalla fine dell’anno. Cosa ci sarà da “prevedere” adesso, poi, qualcuno ce lo dovrà spiegare.
“È la burocrazia”, potrebbe liquidare la faccenda qualche arguto politologo, sostenendo che ormai ciò succede in quasi tutti gli Enti locali (basti guardare l’inchiesta pubblicata sul QdS giovedì scorso o pensare che alla Provincia, per lo stesso problema, è stato inviato proprio in questi giorni dalla Regione un commissario ad acta). “È sintomatico dell’inutilità di questo sistema politico”, sarebbero invece pronti a sostenere altri, e potrebbe rivelarsi difficile dar loro torto dal momento che un bilancio previsionale varato adesso non potrà che essere unicamente un mero esercizio contabile. Neanche fatto bene, per giunta, dal momento che anche i Revisori dei conti, nel loro verbale di approvazione, hanno espresso numerose riserve e 4 circoscrizioni su 6 hanno bocciato senza mezzi termini la manovra (valutata positivamente solo dal I e dal II quartiere).
È di 530 milioni di euro il volume generale del bilancio previsionale varato prima di Ferragosto dalla Giunta Buzzanca su proposta dell’assessore alle Finanze, Orazio Miloro. Il pareggio dei conti è garantito unicamente dalla presenza di 25 milioni di entrate previste sul capitolo delle dismissioni. Ma sono numeri reali, dal momento che in nove mesi gli introiti in questo senso non hanno superato i 2,3 mln? Su questo punto, i Revisori dei conti, nelle 37 pagine della loro relazione, invitano l’amministrazione ad accelerare sui bandi di gara, ma non negano perplessità, come pure su altri fronti. Pesano come un macigno sui conti di Palazzo Zanca, per esempio, 50 milioni di debiti fuori bilancio; i conti tra MessinAmbiente (il cui ultimo bilancio non è stato approvato) e Ato3 non coincidono per niente; i servizi alla persona producono perdite spaventose (circa 15 mln l’anno); i fitti attivi e le altre potenziali entrate sono quasi a zero. Insomma, come abbiano fatto i Revisori a dare parere positivo al documento è un mistero che si spera possa presto essere svelato.
Altrettanto “misteriosa” – ma sintomatica di una crisi politica che rende la discussione sul preventivo quasi una manovra di fiducia sull’operato del sindaco – è da mesi la posizione dell’Udc, presente in maggioranza addirittura con il vice sindaco ma spesso e volentieri all’opposizione. Anche in relazione al bilancio preventivo, per esempio, i voti dei consiglieri Udc sono stati determinanti nelle quattro circoscrizioni in cui il testo è stato bocciato (anche se poi il voto dei quartieri non sarà vincolante ai fini dell’approvazione finale). Nei prossimi giorni assisteremo alla resa dei conti, ma non abbiamo dubbi sul fatto che come al solito finirà a tarallucci e vino. E a pagare il conto della “merenda” saranno sempre i cittadini.
 

 
Bocciatura. La delusione e la rabbia dei quartieri
 
MESSINA – Scadenze impossibili quelle tracciate dai tre Revisori dei conti di Palazzo Zanca (Roberto Aricò, Domenico Donato e Domanico Maesano), secondo cui il documento di riequilibrio di bilancio dovrà essere presentato entro il 30 settembre e quello di assestamento (la cosiddetta finanziaria degli Enti locali) entro il 30 novembre. Pura utopia. Tanto valeva prendersi la responsabilità di bocciare il documento varato da Miloro. Come fatto da quattro circoscrizioni, la cui linea di rottura con l’amministrazione Buzzanca è però rappresentata quasi unicamente dal nodo “contributi”.
La Giunta, infatti, sin dal proprio insediamento aveva promesso ai quartieri di destinare loro un’importante quota delle risorse per le manutenzioni (anche per dare un senso a questi organi di rappresentanza che al momento non sono altro che piccoli e inutili stipendifici), ma anche in questo bilancio preventivo di questi fondi non vi è alcuna traccia.