MODICA (RG) – La decisione assunta dall’amministrazione di Modica di vendere alcuni immobili comunali ha suscitato in città non pochi malcontenti. Nell’elenco di cui tanto si sta discutendo al Palazzo di Città sono inserite aree verdi, istituti scolastici, ville comunali e persino il “vecchio” stadio.
L’approvazione della delibera relativa al Piano di valorizzazione degli immobili non è stata proprio facile: il Consiglio comunale si era infatti riunito più volte prima di giungere all’ok definitivo, concretizzatosi con la maggioranza del Pd e dell’Mpa. La messa in vendita degli immobili si era già resa necessaria al momento dell’insediamento della nuova Giunta: il disavanzo del Comune ammontava infatti nel 2008 a più di 21 milioni di euro e, alla strada del dissesto finanziario, si era preferita di gran lunga quella della vendita di alcuni beni.
A distanza di tre anni però, il disavanzo è stato diminuito a circa nove milioni di euro e l’elenco degli immobili è stato ridimensionato ma, a parere di qualcuno, non ancora a sufficienza. La cosa più ragionevole da fare, forse, sarebbe stato ritirare l’atto in discussione per poi riproporlo con meno beni da vendere visto che gran parte dei debiti dell’Ente erano stati già coperti.
Dalla lista iniziale di vendita, l’amministrazione ha deciso di togliere alcuni locali commerciali in corso Umberto, il palazzetto della Scherma, la palazzina stazione sollevamento, il Palazzo ex Poste, l’ex asilo Antoniano e le Geodetiche di via Fabrizio e di Via Mascagni.
A preoccupare la cittadinanza e alcune forze politiche sono però altre strutture considerate fondamentali per tutta la collettività. Si tratta in particolare di alcune aree verdi, le poche che la città possiede, e di alcune strutture sportive: la Villa di via Silla, il campo sportivo “Vincenzo Barone”, tra l’altro donato alla città dall’omonima famiglia, l’area dell’ex Foro boario e la chiesa del Ritiro (che potrebbe diventare un’abitazione).
Se nel caso dello stadio la costruzione di palazzi nella stessa area è subordinata alla realizzazione di una stessa struttura in altro luogo, per la Villa vige discorso diverso: nella relazione tecnica del bene, infatti, è chiaramente illustrato che in quell’area si potranno costruire degli edifici, solo previa approvazione della Regione siciliana.
L’opposizione: “Necessaria un’inversione di rotta”
MODICA (RG) – “Sel si impegna ad avviare le necessarie iniziative, in Consiglio e nella città, per modificare quanto deliberato ed evitare la vendita, di alcuni immobili di significativo impatto sui cittadini”. La posizione di Sinistra, ecologia e libertà è alquanto chiara. Il sindaco si giustifica con le clausole inserite in alcuni immobili o con la possibilità, che sembra scongiurata, di dichiarare il dissesto finanziario.
I beni in vendita ammontano adesso a più di 18 milioni anche se ne servirebbero circa 12: Sel, nella persona del consigliere comunale Vito D’Antona aveva infatti proposto di apportare significative modifiche al piano indicato dalla Giunta.
La paura è quella di veder cementificate le poche aree verdi a disposizione della città. “Appare, a questo punto, urgente e necessaria una inversione di rotta – ha spiegato D’Antona – affinché scelte importanti per la città non vengano imposte dall’alto, ma siano frutto di un percorso di rispetto e di ascolto della città e dei cittadini”.