TRAPANI – Pirateria informatica, che passione. In Sicilia si registra un’altissima incidenza del fenomeno ma è soprattutto la provincia di Trapani quella in cui si verifica la maggiore incidenza del reato. La conseguenza è che si falsano le regole del mercato e tutto finisce nell’indotto del sommerso, rifugio oramai di ogni siciliano soprattutto in questo periodo di rifonda crisi economica. Il tutto ovviamente si ripercuote nel mercato al consumo nel settore informatico dove ovviamente gli affari di riducono notevolmente e quindi crolla la domanda e l’offerta.
è stata la stessa Microsoft a realizzare una sorta di controllo incrociato nell’Isola dove è emerso che in questo territorio si registra uno dei più alti tassi di pirateria informatica rispetto al contesto nazionale. E tutto ciò nonostante ci sia stato un generale calo del reato rispetto alla precedente ricerca di mercato.
La provincia di Trapani però va in controtendenza: da queste parti questo tipo di mercato illegale prolifera e supera davvero i dati statistici più negativi, con un’incidenza del fenomeno che addirittura si è alzata ben oltre la media nazionale.
I dati forniti dalla Microsoft, leader mondiale nel settore dei software, non lasciano margini di dubbio. Nonostante un sensibile calo, dal 47 al 30 per cento, la Sicilia è “habitat” ideale proprio di chi fa il furbetto e preferisce aggirare i costi del mercato informatico tuffandosi nel mercato nero e quindi illegale. A rivelarlo l’attività dei cosiddetti Mistery Shopper incaricati dalla Microsoft di acquistare prodotti di software per verificarne la conformità alle norme di legge e contrattuali nell’atto di vendita, per un totale di 800 rivenditori controllati dal 2005 ad oggi in Sicilia. E tuttavia, grazie alla riduzione degli ultimi anni, benché la percentuale sia comunque ancora altra, la Sicilia si è scrollata di dosso l’etichetta di regione d’Italia con il più alto tasso di pirateria.
Su base provinciale i risultati evidenziano come Trapani sia stato il capoluogo di provincia più colpito dal fenomeno dell’offerta di software Microsoft non originale con una percentuale del 51,5 per cento.
La campagna di Microsoft contro la pirateria informatica sfrutta anche le sinergie dell’iniziativa GSI (Genuine Software Initiative) che racchiude le iniziative volte a consentire ai clienti Microsoft di verificare se il sistema operativo Windows o il pacchetto applicativo Office acquistati sono regolari o frutto di contraffazione.
La sensibilizzazione nei confronti di questo problema rappresenta la chiave principale per la riduzione della pirateria e la protezione dei clienti, incrementando la loro consapevolezza e fornendo loro gli strumenti necessari per individuare i software contraffatti e aiutarli a comprendere le misure da prendere in merito.
Secondo una recente ricerca IDC, si calcola che in Italia la pirateria di software comporti una perdita di circa mille e 400 milioni di dollari. Una riduzione del 10 per cento avrebbe come conseguenza la creazione di circa 6 mila e 200 posti di lavoro, 2,7 miliardi di euro di fatturato per il settore e 750 milioni di euro di tasse per l’erario.