Condizioni dei fabbricati, in Sicilia non esiste l’obbligo della verifica

CATANIA – Ancora oggi si muore in uno scantinato, mentre si è al lavoro.
 Nobile attività che spesso può far dimenticare anche i ripetuti scricchiolii di un edificio pericolante, quando all’orizzonte c’è la scadenza della bolletta e nel quotidiano una paga oraria (in nero) di 3,90 euro.
Ma la salvaguardia e la sicurezza di un edificio rimandano alla responsabilità di chi è delegato a gestire la cosa pubblica.
Tragedie come quelle di Barletta hanno l’effetto mediatico di scoraggiare l’opinione pubblica già fortemente demoralizzata per l’incertezza abitativa in un territorio altamente sismico e fragile sul piano idro-geologico, dove la maggior parte dei cittadini non ricorda minimamente se la propria abitazione è stata costruita con criteri antisismici.
Un’indagine condotta dall’Istituto di ricerche sociali e di analisi dell’opinione pubblica Demopolis, nell’ambito del Piano casa siciliano, ha mostrato che il 63% dei siciliani era favorevole al Piano, purché fossero rispettate le norme di sicurezza.
Ecco, la sicurezza è il punto nodale di qualsiasi politica della casa, ma anche di gran parte degli edifici pubblici, di scuole e ospedali, specialmente quelli costruiti prima che entrassero in vigore gli attuali criteri di edilizia antisismica.
Casa e sicurezza, soprattutto, chiedono i siciliani che nel passato hanno vissuto la drammatica esperienza della perdita di vite umane e del proprio patrimonio edilizio a seguito di fenomeni tellurici devastanti.
A differenza di quello che avviene in altre regioni, non esiste nella nostra Isola l’obbligo di verifica delle condizioni di un fabbricato. Da una valutazione per difetto, gli alloggi a rischio che hanno bisogno di un controllo e d’interventi di restauro, sono almeno un milione e sono da associarsi soprattutto al boom edilizio del passato, figlio di una sconsiderata edilizia speculativa. E molto spesso anche legati a un selvaggio abusivismo lontano dalle necessarie cautele idrogeologiche e dalla realizzazione dell’involucro edilizio a regola d’arte.
Ecco, dunque, la necessità, non più procrastinabile, di rendere obbligatorio il fascicolo del fabbricato quale strumento di una politica di prevenzione e protezione per la sicurezza strutturale e impiantistica degli edifici pubblici e privati. Non bastano più i tanti convegni, con buffet, sulla sicurezza delle nostre abitazioni: ora bisogna agire.
Solo attraverso tale fascicolo, che conterrà i dati concernenti la costruzione, le eventuali modificazioni e adeguamenti, sarà possibile avere un quadro d’insieme dello stato di sicurezza del patrimonio edilizio siciliano sulla cui base realizzare un sistema integrato e informatizzato. Punto di partenza per una corretta programmazione di interventi sia conservativi sia di messa in sicurezza, e anche di un’efficace campagna di sensibilizzazione per la tutela dell’incolumità dei cittadini.