Messina – Il Comune approva il bilancio preventivo

MESSINA – Cosa c’era da prevedere a soli tre mesi dalla chiusura dell’anno solare è difficile capirlo. Fatto sta che si trattava di un adempimento burocratico indispensabile e il Consiglio comunale, dopo una maratona di 13 ore, è finalmente riuscito a trovare l’accordo. Approvato, dunque, il bilancio preventivo del Comune di Messina, con 20 voti favorevoli (12 Pdl, 5 Udc, 3 Mpa) e 17 contrari (12 Pd, 3 Fli più Caliò del Pid e Cantello di Sicilia Vera). Decisiva la posizione del gruppo Mpa, mentre nell’Udc si è verificata una vera e propria scissione, dimostrata dall’assenza in aula del capogruppo – nonché presidente della Commissione Bilancio di Palazzo Zanca – Giuseppe Melazzo e dei suoi colleghi Guerrera e Messina.
La seduta di Consiglio, poi, è stata in parte fagocitata dalla protesta del personale contrattista precario del Comune, per la cui integrazione oraria a 30 ore avevano presentato emendamenti sia il Pd che il Pdl, salvo poi rimandare tutto all’approvazione della manovra di assestamento.
“La palese situazione di difficoltà che sta vivendo la città di Messina – ha affermato il capogruppo dell’Mpa Tamà giustificando il voto favorevole dei suoi – e per conseguenza il Comune, è tra gli elementi più significativi che hanno indotto il gruppo politico dell’Mpa a decidere di approvare la delibera inerente il bilancio. Il che non può però in alcun modo rappresentare per l’amministrazione attiva un alibi, rispetto a un’azione inconsistente e che non ha assolutamente convinto negli ultimi tre anni”.
Dura, poi, la denuncia del consigliere di Risorgimento messinese Nino Carreri, che ha parlato alla stampa di una nota interna destinata agli assessori con l’elenco dei “buoni” (di coloro, cioè, che hanno votato sì e dunque possono vantare un credito nei confronti dell’amministrazione) e dei “cattivi” (per i quali ovviamente tutte le porte saranno sbarrate).
“Quando la politica tornerà a rispettarsi, lasciando la libertà di coscienza e rompendo i vincoli di uno squallido dare-avere, potremo tornare a sperare”, ha affermato Carreri.
Ma cosa ci ha guadagnato l’Udc a votare favorevolmente un provvedimento da 530 mln di euro, bocciato da 4 circoscrizioni su 6, il cui pareggio si posa su un’improbabilissima accelerazione nelle procedure di dismissione degli immobili? Cosa ha indotto il partito di D’Alia e Naro a cambiare posizione sul provvedimento? Presto detto: 72 mila euro al decentramento, 15 mila alle spese di competenza delle Circoscrizioni, 40 mila all’Ente Teatro, 50 mila al settore sportivo. Poco più di 170 mila euro in tutto. E il voto da “no” si è subito trasformato in “sì”.
 

 
Fitti passivi. Peso enorme per Palazzo Zanca
 
MESSINA – Quattro milioni e 661 mila euro. A tanto ammontano i cosiddetti “fitti passivi” del Comune di Messina, una delle voci di spesa più consistenti di tutto il bilancio previsionale di Palazzo Zanca. Si tratta degli immobili che l’amministrazione affitta per le proprie spese di rappresentanza, per gli uffici e i servizi. Tutto ciò mentre non utilizza decine e decine di locali di proprietà lasciandoli a marcire e a deprezzarsi, e mentre prevede una massiccia dismissione che, nel tempo, provocherà soltanto un indebolimento finanziario per l’ente.
Questo il dettaglio dei “fitti passivi”: 1 milione 602 mila euro vengono spesi per gli uffici giudiziari (ma buona parte della somma viene rimborsata dal Ministero della Giustizia); 936 mila euro per scuole materne. 571 mila euro per uffici municipali; 273 mila per uffici di collocamento; 246 mila per scuole elementari. 153 mila per sedi circoscrizionali; 144 mila per il Tribunale di sorveglianza; 61 mila per scuole medie. 46 mila per parcheggi.