Palermo – Il blu è di moda nelle università siciliane pubbliche. Blu come il colore delle macchine di rappresentanza e di servizio. Le università di Palermo e di Messina tra il 2009 ed il 2010 hanno un’auto blu-blu di rappresentanza. Palermo ha anche due auto blu di servizio. L’ateneo dello Stretto ha una vettura blu, l’università di Catania ne ha tre.
In Lombardia, (dettagli nelle tabelle), non ci sono auto blu-blu negli atenei. L’università di Bergamo usa soltanto vetture grigie, destinate agli uffici e meno costose.
Il parco auto di tutte le amministrazioni d’Italia è “fotografato” nel monitoraggio del Formez, commissionato dal ministro per l’Innovazione Renato Brunetta, consultabile all’indirizzo:
http://autoblu.formez.it/ricercaAB2.aspx. Brunetta ha avviato il censimento delle auto per migliorare la mobilità e ridurre gli sprechi nella spesa pubblica.
Il Quotidiano di Sicilia nelle edizioni del 23 settembre e dell’8 ottobre ha pubblicato i numeri del parco auto della Regione, dell’Assemblea regionale siciliana e delle Aziende sanitarie locali. Oggi pubblica quelli delle università pubbliche. Come nelle altre edizioni, li mette a confronto con la Lombardia, regione simile per estensione, ma con una popolazione maggiore. Come già verificato per il personale, emerge che anche per le auto la Sicilia in qualche caso supera la regione del Nord in fatto di spesa.
Nello studio del Formez, la Regione siciliana, che la scorsa settimana ha annunciato i tagli alla flotta, nel 2010 dichiara 144 auto contro 86 della Lombardia. L’Ars dichiara 14 auto ed il consiglio regionale lombardo 2. Per le Asp si conta un’auto ogni 6 mila abitanti, nella Regione di Formigoni una ogni 8 mila.
Tornando alle università pubbliche, gli atenei di Palermo, Catania e Messina, nel 2010 hanno complessivamente 115 auto. In Lombardia, nell’elenco dei sette atenei, il totale delle auto ammonta a 104 unità. Nel capoluogo siciliano vengono utilizzate 2 auto blu e 48 auto grigie. L’università di Palermo risulta tra gli enti con la riduzione più consistente delle auto, ma tra il 2010 ed il 2009 taglia solo macchine grigie, meno costose, di 19 unità. Anche l’ateneo dello Stretto taglia le auto, quelle grigie e di una unità, portandole a 19 nel 2010. Ci sono tagli anche all’università di Catania. Le vetture grigie nel 2010 sono 40 (43 nel 2009).
Il primato complessivo delle auto spetta all’università di Palermo (48) seguita dall’ateneo di Catania (40). In Lombardia la prima in classifica è l’università di Milano che però, rispetto a Palermo e Catania, ha 32 auto. L’università di Pavia, con 22 auto, di cui 4 blu, spende per le vetture circa 50 mila euro, 4 mila euro in meno dell’università di Messina (21 auto, di cui una blu). E 144 mila euro in meno dell’ateneo siciliano, se si somma il costo delle auto a quello del personale. La spesa complessiva del costo auto e del personale è alta anche all’università di Catania: 378 mila euro, più del doppio dell’università di Brescia (poco più di 175 mila euro). Soltanto le università di Messina, di Bergamo e il Politecnico di Milano pubblicano l’indirizzo del sito con tutte le informazioni sul parco auto.
Auto non superiori a 1.600 cc stabilito nella legge 111/2011
Palermo – L’utilizzo delle auto blu-blu e blu è previsto da un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 30 ottobre 2001, ma da un anno è oggetto di un giro di vite per il risparmio della spesa pubblica.
Il ministro Brunetta, grazie al censimento auto avviato con il Formez e alla lotta agli sprechi, pensa di ricavare 900 milioni di euro tra il 2012 ed il 2014. Inoltre, pensa ad un risparmio annuale di circa 500 milioni di euro a partire dal 2015.
Il decreto legge 98 del 6 luglio 2011, “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”, convertito, con modificazioni, dalla legge 111 del 15 luglio 2011, stabilisce all’articolo 2, il limite di cilindrata dell’auto, non superiore ai 1600 cc.
In base al comma 4, inoltre, un decreto del presidente del consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro, dispone modalità e uso delle autovetture di servizio “al fine di ridurne numero e costo” e di colpire gli abusi. Il decreto è stato approvato dal Governo ad agosto.
Questi i contenuti: l’uso delle auto blu-blu di rappresentanza è limitato a poche autorità. Il decreto elimina deroghe e fissa sanzioni per le amministrazioni centrali che non le rispettino. Per le auto blu di servizio, il numero di assegnatari che ne hanno diritto nelle pubbliche amministrazioni centrali è ridotto di oltre il 50%. Per tutte le auto blu-blu, blu e grigie, il provvedimento indica le modalità di utilizzo che consentono la riduzione dei costi.
Il decreto, infine, crea le condizioni affinché anche le pubbliche amministrazioni locali, nell’ambito della loro autonomia, taglino i costi in generale e riducano il parco auto. Il ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione ha pubblicato online tutte le risposte volontarie fornite da oltre cinquemila amministrazioni, tra cui ministeri, regioni, comuni e province maggiori che rappresentano i due terzi delle 72 mila auto in uso agli uffici con indicazione di tipologia di auto, costi, consumi, chilometraggi. Le informazioni sono disponibili nel dettaglio collegandosi ai siti
www.innovazionepa.gov.it e
www.lineaamica.gov.it.