Maltempo, ora in Sicilia

CATANIA – L’Italia continua a sprofondare. Bastano infatti le prime piogge autunnali per confezionare i soliti patemi nazionali. Dopo Liguria e Toscana, tormentate nei giorni scorsi, adesso Calabria e Sicilia sembrano le regioni prossime al rischio, visto che l’ondata di maltempo le raggiungerà nelle prossime ore. “Abbiamo delle preoccupazioni – dice il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli – anche perché ci sono zone particolarmente critiche e già interessate in passato da fenomeni alluvionali”.
La penisola tutta è un territorio ad altissimo rischio idrogeologico. Un classico ritornello che si ripete ormai da decenni, eppure, puntualmente, ogni anno, le piogge presentano un conto salatissimo. A volte il resoconto dei danni può diventare tragedia, come accaduto nel 2009 nel messinese, ma in generale le criticità del sottosuolo nazionale sono tali da poter trasformare ovunque qualsiasi nubifragio in realtà potenzialmente distruttiva.  Certo ci sono le dovute differenze basate sulla preponderanza dell’antropizzazione  o sugli strumenti di controllo urbanistici presenti in alcune aree e assenti in altre, ma nel complesso circa il 70% del territorio italiano è a rischio idrogeologico.
 
Complessivamente si tratta di una cifra incredibilmente alta pari a ben 5581 comuni, che rientrano, secondo dati Legambiente, nella categoria a rischio elevato. Numeri clamorosi che ancora non convincono la classe politica nazionale e locale ad agire nell’ottica della tanto decantata prevenzione, della quale si parla ormai da decenni senza che siano mai stati attivati strumenti adeguati o che sia aumentata la vigilanza sulla cementificazione selvaggia. Del resto siamo il Paese degli interventi ex post, in economia come in ambiente.