Palermo – Museo Pitré: un gioiello negato

PALERMO – Il museo etnoantropologico Pitré è una delle più ricche realtà museali della città. Custodisce al suo interno, oltre al materiale raccolto all’inizio del ‘900 dal grande studioso di cui la struttura porta il nome, una serie di reperti dall’altissimo valore storico e accademico e una biblioteca meta di studiosi e tesisti di ogni facoltà, che si fregia della sterminata produzione di Giuseppe Pitré e di un numero non indifferente di volumi che per lo più estrinsecano storia, architettura, costumi, usanze e quant’altro di popoli e regioni di tutto il mondo.
Da circa quattro anni, tuttavia, il museo si trova chiuso al pubblico per lavori di ristrutturazione, la sola biblioteca è fruibile per mera consultazione e si trova temporaneamente allocata a palazzo Tarallo, una grande struttura comunale momentaneamente vuota in via delle Pergole, in cui i tomi del Pitré occupano appena due stanze, ma danno lavoro a una decina di impiegati, scettici, per loro stessa ammissione, riguardo una probabile riapertura in tempi ragionevoli del museo nella sua sede originaria, e a cui tocca dover spiegare continuamente i motivi per cui il museo non è visitabile alle decine di scolaresche, turisti e studiosi che telefonano ogni giorno per prenotare visite o informarsi sugli orari di apertura.
“I lavori sulla struttura di via duca degli Abruzzi – ha detto Pietro Cannella, assessore alla Cultura – sono stati ultimati da diverso tempo. La strada che porta alla riapertura del museo, tuttavia, corre su due velocità, una, quella che porta alla totale ripresa dell’attività museale per la quale aspettiamo l’espletamento della gara d’appalto per gli arredi e gli allestimenti, la cui competenza è dell’assessorato al Centro storico e per cui ci vorranno diversi mesi, e l’altra, che dipende da noi, che porta a un’apertura parziale della struttura, e ciò avverrà entro tempi brevissimi”.
Riguardo la biblioteca, invece, l’assessore Cannella ha confermato che resterà fruibile, sempre per consultazione, indipendentemente dalla parziale apertura del museo, ancora presso i locali di palazzo Tarallo. Intanto, Palermo attende pazientemente l’ennesimo gioiello impantanato in lavori di restauro la cui ultimazione dipende più dalla burocrazia che dagli operai.