Palermo – Tangente regolarmente fatturata. è allarme-corruzione in Comune

PALERMO – Il funzionario comunale dell’ufficio Opere pubbliche, Francesco La Rocca, avrebbe estorto 12 mila euro a due imprenditori palermitani. E avrebbe agito con disinvoltura e tranquillità, parlando apertamente delle somme che chiedeva nel corso dei suoi contatti telefonici e durante i suoi incontri. Così il procuratore aggiunto Leonardo Agueci descrive alcuni particolari dell’inchiesta che hanno portato all’arresto del responsabile del Servizio infrastrutture per la mobilità, nei confronti del quale è scattata l’ordinanza di misura cautelare per concussione.
L’ingegnere 62enne avrebbe avvicinato due imprenditori che chiedevano la concessione di agibilità per alcuni locali, prospettando difficoltà burocratiche e inesistenti irregolarità che avrebbero potuto essere sanate con il versamento della somma. L’iniziale richiesta di 50 mila euro, dopo una serie di trattative, sarebbe stata ridotta a 12 mila. La tangente, che avrebbe riscontro bancario, sarebbe stata riscossa poi dal figlio di La Rocca, Giacomo, anch’egli arrestato, “giustificata” come compenso per una consulenza professionale fittizia e regolarmente fatturata. Le intercettazioni ambientali si sono rivelate prezioso strumento investigativo, insieme ad approfondimenti documentali e testimoniali condotti dai Carabinieri del Ros. I due arrestati saranno ascoltati proprio oggi.
“L’indagine è partita casualmente da alcuni accertamenti su alcuni personaggi che operavano nel settore degli appalti”, ha spiegato il procuratore Agueci nel corso di una conferenza stampa in Procura. “Così è venuta fuori casualmente la presenza di un funzionario comunale che in maniera molto esplicita, chiara e insistente chiedeva una tangente, a fronte del suo interessamento su una materia per la quale non aveva nemmeno una specifica competenza”. La sensazione, spiegano gli inquirenti, è che la vicenda possa interessare un numero più ampio di operatori economici.
“Speriamo che da parte delle persone che si sono imbattute in questo signore – ha aggiunto Agueci – ci possa essere uno spunto per consentire di completare i tasselli mancanti che permetterebbero di passare dal fatto singolo al fenomeno sistemico che probabilmente c’è e che ancora è da dimostrare”.
 


Il procuratore Agueci: “Gli imprenditori si ribellino”
 
PALERMO – “Finora la società civile e l’imprenditoria hanno avuto una reazione contro fenomeni contro la mafia. È arrivato il momento che si ribellino anche al malaffare alla corruzione nella pubblica amministrazione che incide e pesa sull’attività economica”. A chiedere che gli imprenditori denuncino i funzionari pubblici disonesti è il procuratore Agueci, che coordina le indagini sui reati contro la pubblica amministrazione e che ha coordinato l’inchiesta che ha portato all’arresto dei La Rocca. Agueci ha parlato di “profonda permeabilità del tessuto della pubblica amministrazione a Palermo”, giudizio condiviso dal pm titolare dell’inchiesta Gaetano Paci. “Gli episodi scoperti dai Carabinieri – ha aggiunto Agueci – non sono casi isolati. La disinvoltura e la certezza di impunità con cui il funzionario agiva fanno pensare a una pratica sistematica di concussioni e richieste di tangenti”. Gli inquirenti stanno facendo ulteriori indagini proprio per vedere se il funzionario abbia taglieggiato altri imprenditori.