Perequazione infrastrutturale ferma

PALERMO – Il federalismo va di pari passo con la perequazione infrastrutturale, ma è inesistente. Nebuloso il percorso per quelle regioni che non hanno chiuso la trattativa con il governo nazionale. è il caso di Sicilia e Sardegna, che faticano nella negoziazione su risorse e oneri che vede da una parte le riforme e, dall’altra, le prerogative dell’autonomia.
In casa siciliana è partita l’azione contro “l’inerzia del governo nazionale”. Lo ha annunciato l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, sabato, al termine dei lavori del convegno “Federalismo fiscale e perequazione: l’autonomia della responsabilità”. Una due giorni promossa dalla Regione siciliana con la Provincia di Palermo e la Conferenza delle regioni.
“Con il presidente Lombardo – ha spiegato – abbiamo inviato una nota di diffida al Governo nazionale. Non si può ancora rinviare la piena attuazione delle norme finanziarie dello Statuto nell’applicazione del federalismo fiscale”.
Lombardo venerdì scorso aveva detto: “Siamo in attesa di vedere comportamenti coerenti anche dal governo nazionale, pena un arretramento del percorso unitario portato avanti, seppur faticosamente, in questi anni”.
Armao ha fotografato una sorta di gap year della politica centrale nel percorso del federalismo: “Il decreto interministeriale del 26 novembre 2010 per l’individuazione dei fabbisogni – ha affermato – è stato pubblicato ad aprile scorso, e ad oggi, dopo un anno dalla firma, non vi è traccia di alcun risultato”. E, inoltre: “Noi abbiamo fatto la nostra proposta un anno fa ed abbiamo ricevuto una prima laconica risposta a settembre scorso. Così la trattativa durerà anni, mentre lo Stato diminuisce i trasferimenti a Comuni e Province siciliane determinando la riduzione dei servizi ai cittadini. La perequazione infrastrutturale è ferma".
D’accordo sulla necessità della perequazione infrastrutturale, Luca Antonini, presidente della commissione per l’attuazione del federalismo fiscale. Antonini ha parlato, inoltre, dell’importanza dei bilanci omogenei per tutte le regioni e dei costi standard come garanzia di trasparenza, efficienza, equità e solidità.
Giacomo Scala, presidente Anci Sicilia, ha chiesto maggiore attenzione alle realtà territoriali.
Armao ha detto che “Il governo a trazione leghista ha concluso gli accordi con tutte le regioni speciali del nord, mentre ritarda quelli con Sardegna e Sicilia”.
Una situazione esposta anche da Giorgio La Spisa, vicepresidente della Sardegna. I due rappresentanti istituzionali hanno deciso di “rafforzare una comune linea di intervento”.
I relatori, supportati dai numeri di Svimez e Bankitalia, hanno messo sotto i riflettori anche le sfide che il Mezzogiorno deve raccogliere per contribuire a fare uscire il Paese dalla crisi. Tra queste, “carte in regola “ e impegno “nell’energia e nel turismo” per l’assessore regionale alla Famiglia e alle Politiche sociali, Andrea Piraino; Infrastrutture e lotta alla criminalità per l’economista Pietro Busetta; “Responsabilità della classe dirigente” per Maurizio Bernava, segretario regionale Cisl.